La Gazzetta dello Sport

«Il record di punti? Non conta niente Ora viene il bello...»

27 è il suo massimo in azzurro: «Il nostro potenziale offensivo è super»

- Mario Canfora INVIATO A LILLA (FRANCIA)

Decine di selfie con i tifosi che lo sommergono di pacche sulle spalle e «cinque alti», il bacio a mamma Maria Vittoria e a papà Nando. Sempre col sorriso, senza mai «scappare». Alessandro Gentile superstar con una prova da circoletto rosso, soprattutt­o per l’importanza del risultato finale: l’Italia è ai quarti. Bisognereb­be guardare bene gli highlights del match contro Israele per capire la portata della sua gara, chiusa col massimo dei punti in azzurro, 27, in 29 minuti di utilizzo (il precedente era 25, all’Europeo di Lubiana di due anni fa nella gara vinta contro la Spagna): «Se conoscevo il mio record? No, i numeri non li guardo mai, sono cose per voi giornalist­i, a me interessa solo che la mia squadra vinca, stop».

FOGLIO DI CARTA Vero, i numeri ci piacciono. Aiutano a capire meglio una gara, ma un foglio di carta pieno di cifre di solito resta freddo e non spiega di certo la portata di una prestazion­e. Ecco, la sua è stata sempliceme­nte maiuscola, da giocatore di livello europeo a cui non dispiace prendersi la responsabi­lità nei momenti che contano. «Sono un ragazzo ambizioso, voglio sempre crescere e andare avanti», dice. Quindi vuoi andare in Nba, gli chiedono? E lui fa una smorfia come per dire: «Non ve lo dico certo io in questo momento». Simone Pianigiani, uno che non dispensa compliment­i ogni giorno, trova dove piazzargli l’elogio:

ha esordito in azzurro il 13 marzo 2011 all’All Star Game Italia-All Stars (90-88) «Mi ha impression­ato la sua difesa su Casspi, da giocatore di gran livello». Il capitano di Milano non si nasconde, proprio com’era il padre che con quello stesso numero 5 in passato ha fatto impazzire i play di tutta Europa. In alcune movenze gli assomiglia, c’è poco da fare. «Sono partito subito in maniera aggressiva — dice l’azzurro — cercando di fare canestro e mettere i compagni nelle condizioni di segnare. Abbiamo disputato una grande partita, intensa, anche Melli, Hackett, Cinciarini. A proposito, i nostri due play per me sono troppo spesso criticati ingiustame­nte, fanno un lavoro incredibil­e».

PAURA L’accesso ai quarti è arrivato senza patemi, stavolta. «Sappiamo benissimo i nostri pregi e difetti, credo che la nostra sia una squadra dagli ampi margini di migliorame­nto — continua Gentile —: contro Israele siamo stati perfetti scendendo in campo con l’approccio giusto. Ecco, questo è uno dei nostri limiti. A volte lasciamo comandare l’avversario, invece siamo entrati duri, decisi a negare ogni tiro facile agli israeliani. Abbiamo tanti punti nelle mani, il nostro potenziale offensivo è super, ma quando difendiamo siamo capaci anche di tenere squadre come Israele a 52 punti». Dalla paura contro l’Islanda all’ingresso nelle prime otto squadre d’Europa: cosa è cambiato in pochi giorni? «Nulla, siamo sempliceme­nte migliorati».

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