La Gazzetta dello Sport

La pioggia non annacqua lo sprint di Ogunode: 9”93

Qatarino ha dominato i 100 Negli 800 donne 1’57”62 per la Niyonsaba

- Valerio Piccioni INVIATO A RIETI

Quattro ragazze sotto l’159” sugli 800. È il telegramma della gara più bella del meeting di Rieti, preso a schiaffi per metà della pioggia, ma poi capace alla distanza di proporre qualche bel risultato. Il Burundi batte Kenya sul doppio giro di pista con Franceline Niyonsaba davanti alla Kipyegon; 1’57”62 per la prima e 1’58”02 per la seconda con la campioness­a mondiale, la bielorussa Arzamasova, costretta ad accontenta­rsi del 4° posto. Ma va forte anche Adam Kzczot, il polacco vice campione del mondo che negli 800 (Benedetti è 6°) esce dalla bagarre con la padronanza di chi conosce la gara a memoria. Pure Femi Ogunode, nigeriano del Qatar, impression­a: 9”93 sui 100, tempo sempre suggestivo, a 2/100 dal suo record asiatico. Divertente anche il giavellott­o con il duello fra il tedesco Hamann e il giapponese Arai: vince il primo con 84.26. Tutto sommato, per un meeting che ha perso per strada in un pugno di giorni Rudisha e Gatlin, non ci si può lamentare.

POCA ITALIA Il problema è il solito: l’Italia che non c’è, o che c’è poco, troppo poco. In un weekend dove da altre discipline piovono trionfi azzurri da tutte le parti, colpisce questa difficoltà a trovare anche un solo protagonis­ta capace di strappare un angolino di copertina. Solo qualche segnale: la Pennella firma comunque il primato stagionale di 13”14 sugli ostacoli, El Kabbouri fa la stessa cosa si 1500 in 3’39”78, Said El Otmani, campione italiano indoor, compie un balzo di 19 secondi con il suo personale, 7’50”24, quinto sui 3000. Per riscaldare il pubblico vorrebbe qualcosa di più.

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INTERLOCUT­ORIO Il tutto mentre il consiglio federale informale di sabato termina con risultati ancora interlocut­ori. Si è discusso delle risposte da dare alle sollecitaz­ioni del Coni («ricentrali­zzazione» tecnica, più raduni, meno atleti ad allenarsi a casa) nel famoso incontro dopo la disfatta di Pechino, ma ancora non c’è la fumata bianca. Se ne riparlerà il 25, quando una nuova riunione del consiglio dovrebbe partorire le decisioni più importanti. Ma qualcosa di radicale, va fatto: anche l’atmosfera di Rieti, peraltro una delle capitali della nostra atletica, lo chiede con urgenza. Nel futuro del nostro movimento vuole esserci comunque Andrew Howe, che ieri era sugli spalti: «Sto meglio, voglio esserci in inverno per le indoor».

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COLOMBO Femi Ogunode, 24 anni

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