ROULETTE MISANO MA ORA VALE VEDE IL MONDIALE
Tra asciutto e bagnato Rossi sbaglia strategia ed è 5°, però la caduta di Lorenzo lo lancia a +23: «Non mi rilasso». Trionfa Marquez
Asciutto, bagnato e ancora asciutto: Rossi si ferma troppo tardi ai box, perde GP e podio ma con Lorenzo ko ora è a +23 in classifica
#Orapropluvia. Prega perché piova. L’hashtag ideato dalla Pramac per spingere Danilo Petrucci a una nuova impresa dopo il podio di Silverstone, ha funzionato davvero. Tre giorni di estate da far rimpiangere le spiagge vicine, sono stati spazzati via da una pioggerellina infida e traditrice che ha regalato la gara più strana, pazza e imprevedibile degli ultimi anni. Strategie saltate, scommesse azzardate, errori marchiani, hanno spedito sul podio l’inedito trio Marc Marquez, Bradley Smith e Scott Redding, lanciato in orbita Mondiale Valentino Rossi, fatto rotolare nella terra della curva del Carro 2 — quella che chiuse la carriera di Wayne Rainey, anche se allora si percorreva al contrario — Jorge Lorenzo e una buona fetta delle sue speranze iridate.
CHE FOLLA Non sono state certo le emozioni a mancare ai 92.315 spettatori di Misano(il totale dei 3 giorni è stato di 152.394 presenze, 64 mila più del 2014), accorsi in massa a festeggiare l’ennesima impresa di Valentino. Ci hanno sperato per due terzi di una gara iniziata con l’asciutto, proseguita con la pioggia e conclusasi ancora con l’asfalto secco, cosa che ha scombussolato ogni strategia e mandato in crisi anche i big.
CAOS A pagare più pesantemente dazio è stato proprio Lorenzo, che con l’asciutto sentiva di poter zittire la marea gialla dei fans di Rossi e che al via era scattato come una furia, trascinandosi dietro Marquez e lo stesso Vale. Ma quando dopo 5 giri nel cielo si è ripresentata la nuvoletta di Fantozzi che già due settimane fa a Silverstone lo aveva mandato fuorigiri a livello psicologico, sulla MotoGP si scatenava il caos e Jorge vedeva sparire un’altra volta le proprie certezze. In pochi giri si sono visti Redding finire nella ghiaia, cascare e ripartire 23o nella sua rincorsa al podio, Lorenzo, Rossi e Marquez francobollati entrare ai box per la moto con gomme da pioggia, Smith stoico con quelle d’asciutto passare in testa all’8o passaggio e ritrovarsi 21o tre giri dopo, le Ducati di Iannone e Dovizioso scivolare indie- tro e quella di Petrucci risalire prepotentemente. Con la pista bagnata ma non troppo e le gocce che diminuivano d’intensità, Valentino si scatenava, recuperava i 4” persi nel cambio moto, si portava nella scia e passava prima Marquez al 14o giro e due tornate dopo Lorenzo.
NO FIDUCIA Fuga per la vittoria? Macché. Si era solo a metà gara, ma con l’asfalto sempre più asciutto il copione veniva riazzerato. Nelle retrovie Loris Baz e Redding tornavano al box per ricambiare moto, arrivando subito a girare 10” più veloci di tutti. Sulle tabelle dai box apparivano i primi messaggi di rientro, ma dei big solo Marquez, 3o e sempre più in difficoltà rispetto alle due Yamaha, si fidava dell’ordine, rientrando alla fine del 18o giro. Davanti, invece, nonostante le segnalazioni pesciolino Valentino insisteva nella fuga ormai impossibile e squalo Lorenzo, anziché smarcarsi dal compagno, continuava a inseguirlo con il paraocchi. «Valentino ha sbagliato a non rientrare prima, io sarei rientrato 2-3 giri prima di Marquez — spiega Giacomo Agostini —. Perché lui qui voleva vincere davanti a 90 mila persone, non pensava al Mondiale, era una questione d’onore. Però a questo punto il titolo è suo all’80%»
CADUTA Il maiorchino decideva di rientrare alla fine del 20o giro, Rossi lo faceva il giro dopo. Ma proprio mentre Vale saltava sulla moto da asciutto, Lorenzo arrivava come un missile alla penultima curva, piegava e la gomma ancora fredda lo lanciava a terra senza pietà, lasciandogli in regalo dopo una serie infinita di giravolte una gran botta alla testa e la mano destra dolorante. SOLO 5o Con Lorenzo out e 11 punti preziosissimi in cascina per un vantaggio nel Mondiale arrivato a toccare quota 23, per Rossi si trattava solo di arrivare al traguardo al 5o posto, difendendosi dal rientro di Petrucci,, mentre Marquez andava a conquistare la sua prima Misano in MotoGP davanti a un eroico Smith e a un Redding incredulo che nele finale strappava il 3o posto a Baz. «È sta una gara difficilissima, l’asfalto ne-nero rendeva complicato capire le condizioni della pista, ma un anno fa ad Aragon con la pioggia avevo fatto un errore e ho cercato di imparare», ha raccontato Marquez. Che coi 14 punti recuperati a Rossi si è portato a -63. «Troppi, per me il Mondiale è andato. Mi accontenterò di vincere lee prossime 5 gare».
DUCATI GIÙ La mancata fiducia nel box è costata tanto anche alla Ducati: Iannone e Dovizioso per 2 e 3 giri rispettivamente hanno ignorato l’ordine di rientro, gettando al vento un possibile podio e chiudendo 7° e 8°. Ancora peggio è andata a Michele Pirro, la cui GP15 sulla griglia (era 5°) si è ritrovata con la pompa della benzina blocca-bloccata: «Era l’occasione della vita, avrei potuto fare una gran gara.ara. E magari qualcuno si sarebbe ac-accorto di me. Invece…».