Djokovic, solo emozioni E’ lui il nuovo dominatore
Slam dell’anno dopo il successo su Federer, che spreca troppo e accetta a fatica la delusione: «Questa sconfitta è un fiasco»
Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Quelle forti, da trattenere il respiro (i milioni di telespettatori), da non alzarti per 3 ore e 20 minuti dal seggiolino (i 23mila fortunati dell’Arthur Ashe Stadium), da morderti le unghie (papà Federer durante e Rogerino dopo la partita). Emozioni subito, già nel primo game della finale degli Us Open, ed emozioni in vista del traguardo, dal 5-2 e servizio per vincere il titolo per il numero 1 del mondo, Novak Djokovic, alle tre, incredibili, palle-break mancate dal Fenomeno per un aggancio da miracolo. Emozioni nel segno del numero 10, come gli Slam vinti da Nole, il Campione di gomma, al terzo trionfo stagionale ( l’unica finale persa con Wawrinka al Roland Garros-tabù) e come — ahilui — le finali dei Major perse da RogerExpress (contro 17 urrà, tuttora record), dopo le delusioni di Wimbledon e New York di quest’anno, allungando il digiuno che dura nei tornei dell’eccellenza dal 2012. Emozioni forti perché forti, fortissimi, sono i primi due del mondo, il super-difensore serbo e il mega attaccante svizzero, e fortissime sono le loro capacità di reazione, Novak di cuore, nervi ed elasticità, Roger di classe tennistica e istinto geniale. Dopo servizi velocissimi e con effetti lunari, dopo fiondate di dritto che sfuggono all’occhio umano e rovesci da flipper, dopo volée e lob, smorzate e tutto il campionario possibile con una racchetta, decide una frazione: 4/23. Cioé le palle-break realizzate da Federer, campione sul cemento di Flushing Meadows per 5 anni di fila fino al 2008 e poi più. Perché le fiammate non bastano, almeno nella maratona dei 5 set che favoriscono il super-atleta Djokovic: «Sono molto deluso, ho avuto le mie chance
1952
1956
2006
2007
2009
2015
FEDERER (Svi)
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DJOKOVIC (Ser)
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