La Gazzetta dello Sport

Grande Kira ragazza coraggio! «Io vivo bene e faccio progressi»

Tv austriaca ha trasmesso la prima intervista all’astista paralizzat­a

- Christian Reichel

Sono passati 47 giorni da quel salto maledetto che ha capovolto il 30 luglio a Innsbruck la vita dell’astista Kira Grünberg. Un salto finito fuori dai sacconi, con la schiena sul bordo della buca. Una caduta da circa 4 metri, davanti agli occhi della madre Karin e di papà Frithjof: «Lui allenava, io filmavo per le analisi dei salti», racconta Karin, insegnante ora in aspettativ­a per poter essere vicina a Kira. Sono gli unici testimoni di una caduta terribile. Da quel giorno Kira è paralizzat­a a braccia e gambe per la frattura della quinta vertebra cervicale.

FIDUCIA Nonostante la terribile diagnosi Kira non si è arresa. Anzi ha cominciato a lottare, come ha fatto per tanti anni sulla pedana. Da tre settimane è al centro di riabilitaz­ione a Bad Häring, i medici si concentran­o sull’ergoterapi­a, sulla logopedia e sulla fisioterap­ia. «Vogliamo aiutare Kira a riimparare compiti quotidiani: tenere le posate, prendere i cibi senza aiuto. Potrà farcela», dicono i medici. Alla tv statale Orf ha dato la prima intervista che è stata trasmessa ieri sera. Il colloquio con il presentato­re Christoph Feurstein durato 15 minuti è stato seguito da più di un milione di telespetta­tori. Le immagini girate nella camera a Bad Häring hanno impression­ato i telespetta­tori: perché Kira imbelletta­ta in modo carino e sdraiata a letto si è presentata piena di ottimismo, loquace, con gli occhi vigili, la voce chiara e gentile. Ricorda la caduta e il dialogo con suo padre: «Kira, riesci a muovere le gambe?». « Sì, ce la faccio». «Lo fai davvero?». «Ci provo».

L’ANGOSCIA Ma Kira si è subito resa conto delle conseguenz­e: «Ho visto che le gambe non funzionano più. Ho sentito un lieve sussulto nelle braccia. Temevo la paraplegia». «Dopo la caduta avevo buchi di concentraz­ione. Sono stati i miei genitori a leggermi le lettere. È stupefacen­te il numero delle persone che pensano a me e questo mi dà tantissima forza». Ha trovato il coraggio di guardare la sua caduta sul computer: «Volevo sapere se i mei ricordi corrispond­ono con la realtà». Tre settimane dopo la caduta era in grado grazie all´aiuto dei terapisti di rimuovere le braccia, di alzarle, ma senza poter tenere un oggetto. «Ho dovuto trovare un nuovo modo di respirare, perché non posso più usare i muscoli diaframmat­ici». I progressi sono incoraggia­nti, Kira non si lamenta: «Continuo a vivere come prima, solo che sono legata al letto e alla sedia a rotelle. Non è cambiato nulla, il mio spirito è rimasto lo stesso. Non lo vedo cosi negativo come probabilme­nte molti pensano», dice rivolgendo­si al pubblico. E afferma convinta: «Nonostante tutto ho una bella vita. Mi rallegro delle piccole cose, dei piccoli progressi». I genitori sperano: «Speriamo in un migliorame­nto. Per il momento siamo noi le mani di Kira».

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La gioia incontenib­ile di Novak Djokovic, 28 anni, alla vittoria numero 10 in uno Slam
 ??  ?? In alto: il sorriso di Kira Grunberg dal suo letto. Sopra un momento della riabilitaz­ione e durante la sua prima intervista
In alto: il sorriso di Kira Grunberg dal suo letto. Sopra un momento della riabilitaz­ione e durante la sua prima intervista
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