La Gazzetta dello Sport

Nibali lancia l’erede Aru «È la svolta della carriera»

Siciliano, compagno di Fabio, era l’ultimo vincitore italiano della Vuelta: «Per me fu un successo cruciale, sarà così anche per lui»

- Ciro Scognamigl­io cscognamig­lio@gazzetta.it twitter@cirogazzet­ta

«Quando Fabio è arrivato ad avere un vantaggio di 1’30” su Dumoulin, mi sono rilassato. In quel momento ho capito che era fatta». Vincenzo Nibali ha seguito con trepidazio­ne i 50 chilometri che sabato hanno consegnato il primo grande trionfo della carriera a Fabio Aru, il compagno di squadra (sarà tale anche nel 2016) che già prima di questa vittoria alla Vuelta sembrava destinato ad assicurare il futuro dell’Italia ai vertici dei grandi giri. «Io vinsi la Vuelta cinque anni fa, penso di poter comprender­e l’emozione di Fabio. Per me fu una svolta della carriera, e credo proprio che sarà così anche per lui».

Nibali, dove e quando Aru ha costruito il successo?

«Di getto, verrebbe da rispondere con l’attacco da lontano nella penultima tappa sferrato sulla salita della Morcuera. Ma in realtà il giorno chiave è stato quello della cronometro. Innanzitut­to non ha perso troppo da Dumoulin e al tempo stesso è riuscito a guadagnare tempo su Rodriguez, che avrebbe potuto essere pericoloso in montagna».

All’inizio della Vuelta, prima dell’espulsione per traino nella seconda tappa, c’era anche lei. Si aspettava che Aru potesse vincere?

«Ne aveva tutte le possibilit­à. Ha fatto il miglior avviciname­nto possibile, staccando dopo un ottimo Giro d’Italia e arrivando in Spagna senza troppe pressioni. Mentre si è visto che tutti i reduci dal Tour de France hanno pagato un po’ lo sforzo. I due podi negli ultimi due Giri d’Italia dimostrava­no già che Fabio fosse pronto per vincere».

L’Astana ha ricevuto molte critiche in questa Vuelta. Ed era sta- to così anche al Tour. Che cosa ne pensa?

«Se ci riferiamo alla tappa di Andorra (l’undicesima, ndr), ho sempre pensato che non sarebbe stato giusto fermare Landa, lanciato verso la vittoria nella corsa di tappa e con un distacco molto ampio. Errori certamente se ne commettono, ma mi sembra che nella tappa decisiva, quella appunto di sabato, la squadra sia stata perfetta. E poi, l’abbraccio tra Landa e Aru a fine tappa lo avete visto?».

Questa Vuelta l’ha vinta Aru o l’ha persa Dumoulin?

«L’ha vinta Fabio, senza dubbio. Dumoulin era stato già molto bravo ad arrivare da leader al giorno del giudizio, tra l’altro dopo aver vinto due tappe e dopo essersi difeso molto bene in montagna. Ma non è quello il suo terreno. Sulle ultime salite, così in sequenza, era normale che l’olandese pagasse. Poi ci sta che negli ultimi chilometri abbia mentalment­e mollato».

Ha pensato a che cosa avrebbe potuto fare lei in queste tre settimane se fosse rimasto in gara?

«No, non avrebbe avuto senso. Quello che è stato, è stato. Non si può cambiare. Ho pensato Un anno dopo il 5° posto dell’esordio, Fabio Aru veste 6 giorni la maglia di leader: a 25 anni e 2 mesi, batte Rodriguez per 57” soltanto ad allenarmi duramente. Tornerò in gara alla Coppa Agostoni ( domani, ndr). E giovedì, con il c.t. Cassani, dopo la Coppa Bernocchi farò il punto sulla mia eventuale partecipaz­ione al Mondiale di Richmond».

Perché il successo di cinque anni fa alla Vuelta fu così importante per lei?

«Perché ero già arrivato sul podio del Giro d’Italia (3° lo stesso anno, ndr) e fatto classifica al Tour (7° nel 2009, ndr), ma il passo della vittoria è sempre il più complicato. Quando lo compi, entri letteralme­nte in un’altra dimensione. Più o meno Fabio ha la mia stessa età, tra l’altro. È solo leggerment­e più giovane (8 mesi, ndr)».

Poi sono arrivati il Giro d’Italia e il Tour. Sarà così anche per Fabio?

«Eh. Non voglio certo gufarlo! Ma che lui sia un grande corridore, e abbia le potenziali­tà per farlo, è sotto gli occhi di tutti».

Quali sono le doti più importanti di Aru?

«Sicurament­e la tenacia, il carattere. E adesso una Vuelta in tasca lo renderà ancora più convinto».

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BETTINI Giro d’Italia 2013: alla prima stagione da compagno di squadra, Fabio Aru (in primo piano) aiuta Vincenzo Nibali a conquistar­e il Giro d’Italia
 ?? BETTINI ?? Nicolò Bonifazio, 1° nel 2014
BETTINI Nicolò Bonifazio, 1° nel 2014
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BETTINI
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