Nazionale fatta per il Mondiale C’è Guarnieri tra i 14 nomi
Viviani, Trentin e Nizzolo le punte. «Nibali? L’ho visto cattivo» dice il c.t. Cassani
Richmond, la città più importante della Virginia, fu distrutta al termine della Guerra di Secessione nel 1865: era la capitale della Confederazione, sconfitta dall’esercito dell’Unione. E tramontò un’economia basata sulla schiavitù nelle piantagioni di cotone e tabacco di questa regione che fu la prima colonia inglese in Nord America: 1607. Il nome, Virginia, è un omaggio alla regina Elisabetta I, che non si sposò mai. Qui domenica scattano i secondi Mondiali di ciclismo ospitati negli Stati Uniti: nel 1986 Colorado Springs si colorò d’azzurro con Moreno Argentin (e in quella Nazionale, diretta dal grande Alfredo Martini, c’era Marino Amadori, attuale c.t. Under 23). Dalle cronosquadre uomini e donne di domenica, al clou dei professionisti del 27: sono 12 titoli, compresi juniores e Under 23, con 1000 atleti da 70 nazioni. Gli organizzatori puntano a 450 mila persone sul circuito cittadino di 16,2 km: per i pro’, 16 giri e 259 km.
NOMI E RISPOSTE Stamattina al 39° piano (il Belvedere) del grattacielo della Regione Lombardia a Milano, il c.t. Davide Cassani comunica una lista di 14 azzurri, che giovedì dopo la Bernocchi diventeranno gli 11 (9 titolari e 2 riserve) per gli States. Eccoli: Nibali, Ulissi, Bennati, Quinziato, Trentin, Felline, Oss, Viviani, Nizzolo, Guarnieri, Sbaragli, Puccio, De Marchi e Colbrelli ( 13° al Mondiale 2014). Prendete i primi nove, e ne esce la seconda Nazionale di Cassani, per un percorso che il tecnico definisce «facile, veloce, ma con un tratto finale complicato da tre strappi negli ultimi 5 km». Domani la Coppa Agostoni e giovedì la Coppa Bernocchi, finalmente tornate al rango di premondiali, daranno le risposte che Cassani si attende dalle due caselle che ballano. I nomi sono quelli di Nibali e Guarnieri. Il siciliano è al rientro dopo il traino della Vuelta (con relativa squalifica sino a domenica): Cassani l’ha incontrato in Toscana e l’ha trovato «cattivo, voglioso di far bene. Lui per primo sa che mi deve dare delle risposte, e sarà il primo a tirarsi fuori in caso contrario. Ma se pedala, Vincenzo diventa una pedina chiave, un uomo-importante per lanciare i nostri uomini veloci». L’altro è Jacopo Guarnieri, il piacentino apripista di Kristoff alla Katusha: con Viviani, Nizzolo e Trentin, Guarnieri potrebbe essere utilissimo. Sta a lui dimostrare nelle due classiche che vale l’azzurro. In ogni caso è un investimento in chiave Mondiali 2016, Qatar, per velocisti.
GIOVANI RAMPANTI Anche se presenti nell’elenco dei 14, sono fuori gioco De Marchi (brillante alla Vuelta, ma il percorso di Richmond è troppo facile per lui: appuntamento all’Olimpiade di Rio 2016 con Nibali ed Aru) e Colbrelli, che sta chiudendo una stagione da dimenticare. Giusto invece dare fiducia a Kristian Sbaragli ( unica vittoria italiana alla Vuelta) e Salvatore Puccio, candidati riserve. In ogni caso, Cassani sta preparando una Nazionale con più punte-multiruolo: Elia Viviani (tre tappe in Gran Bretagna: il più veloce), Matteo Trentin (1 successo in Gb), Diego Ulissi (il miglior uomo da classiche) e Giacomo Nizzolo (vola sugli strappi), più Fabio Felline (grande stagione: ha vinto sia la crono del Criterium, sia il Gp Fourmies). La spina dorsale è composta da Bennati, Quinziato e Oss: nessun’altra squadra ha tre così forti in questo ruolo. Nessuna sorpresa per la crono: Adriano Malori e Moreno Moser.