Ora il Milan si interroga E’ ultimo nei tiri in porta con un attacco stellare
1Nonostante Bacca e Luiz Adriano i rossoneri sono la squadra di A che trova meno la porta. Il trequartista è un problema
Sette tiri in tre partite sono un bilancio misero. Il più misero della Serie A. La produzione offensiva del Milan è tutta qui e d’altronde non potevano essere un caso i soli due gol segnati (uno su corner), i tre punti in classifica, le due sconfitte. Tutto logico, insomma, nonostante l’attacco rossonero abbia dimostrato di essere molto competitivo. Carlos Bacca e Luiz Adriano finora si sono arrangiati da soli: dialogano bene, fanno movimento senza palla, si cercano e si trovano. Hanno rischiato anche di far male all’Inter con un paio di veloci combinazioni tra di loro. Il problema nasce quando il co- lombiano e il brasiliano aspettano l’assistenza dei compagni. A parte uno splendido suggerimento in verticale di Bonaventura per Luiz Adriano (e, volendo, il corner che lo stesso Jack ha messo sulla testa del brasiliano contro l’Empoli), dai centrocampisti e dai terzini del Milan non è arrivato nessun pallone invitante per le punte. E da dietro nessuno si è nemmeno presentato al tiro. Così la manovra rossonera, che in teoria dovrebbe essere piena di inserimenti proprio perché questa è l’idea di Mihajlovic, è risultata finora prevedibile. La Fiorentina non ha minimamente sofferto, l’Empoli si è piegata a due gol casuali, l’Inter ha chiuso gli spazi senza grosse difficoltà.
LE CAUSE Il Milan tira poco perché il gioco scorre lentamente e uno dei motivi è la decisione di schierare il trequartista quando il trequartista non c’è: il giocatore che dovrebbe stappare le partite diventa un tappo per il Milan. Un conto è dire che «Bonaventura, Honda, Suso possono svolgere quel ruolo», un conto è che siano funzionali al gioco. Esistono due versioni di trequartista: quello classico, tutto invenzioni e giocate geniali; quello muscolare, che corre, pressa, gioca tra le linee e tira. Nel Milan non esiste né la prima figura né la seconda. Honda e Suso toccano troppo il pallone e così danno tempo alle difese avversarie di chiudersi e allo stesso tempo rendono vano il movimento delle mezzali. Bonaventura interpreta il ruolo a modo suo: molta corsa, qualche raddoppio sugli esterni, poca fantasia, grande attenzione tattica. Visto che dai terzini non è ancora arrivato un cross insidioso, è presto spiegata la difficoltà del Milan nel tirare in porta. E non è nemmeno una questione di scarsa precisione. Allargando l’analisi ai tiri fuori, il Milan abbandona l’ultima posizione ma si lascia alle spalle appena quattro squadre: Fiorentina, Sampdoria, Chievo e Bologna.
LE SOLUZIONI Per risolvere il problema Mihajlovic spera innanzitutto che cresca la condizione di alcuni giocatori: il vero Bertolacci e il vero Bonaventura, ad esempio, aggiungerebbero pericolosità alla manovra. Il ricorso al tridente in qualche circostanza potrebbe aumentare la capacità di fuoco, ma in generale serve una manovra molto più rapida e verticale che piazzi costantemente a ridosso dell’area almeno una mezzala. Nel derby Mihajlovic ha riconsegnato le chiavi del Milan a Montolivo, un esperimento che sarà riproposto e che consente di far arrivare in modo più rapido e fluido il pallone da una trequarti all’altra. Ma anche vicino all’area avversaria servirebbe un giocatore in grado di pensare in fretta e di giocare a due tocchi. Altrimenti si rischia di affidarsi soprattutto alle intuizioni dei due attaccanti. Troppo poco se si punta alla Champions.