I capolavori del Mo-Ma «Noi i più forti d’Europa»
Scaccia lo scetticismo e Morata dice: «Tutti insieme non abbiamo rivali»
Romantica, Blue Moon. Ma a quelli con la faccia come Mario Mandzukic probabilmente le cose romantiche garbano poco. Aveva bisogno di tipi un po’ duri, la Juve, dopo aver lasciato andare Tevez e Vidal. Altro che Blue Moon: sgomitare, lottare, acchiappare la palla buona e spegnere i canti degli altri. Mandzukic giocava nello stadio di Tevez, con l’ombra dell’argentino attaccata addosso e lo scetticismo intorno. Nella casa del ricco City faceva un po’ la figura del brutto anatroccolo, lui e tutti i nuovi acquisti della Juve. In panchina (del City) De Bruyne, in campo (per la Juve) Cuadrado che al Chelsea non giocava mai, in Germania Draxler, oggetto del desiderio bianconero, subito in gol, e per finire la gente delel City che dodopo il vantaggio gorgheggiava Blue Moon. Veramenteamente troppo per Mario, uno che,he, come ha ri-ricordato Allegri qualchequalche giorno fa, «i suoi gol li ha sempre fat-fatti». Erano 11 in Champions, 18 nelle coppe europee,opee, prima di quello che tirara fuori la Juve dalal fiume di polemicheche e brutte partite di queste settimane. Aggrappata grappata prima a Buffon, poi a Man-Mandzukic la Juve rialzaialza la testa, e nel finale arrivaarriva la meraviglia di Morata,ata, che rico-ricomincia facendo gol, il quarto consecutivo in Champions. hampions.
ARIA D’EUROPA La Juve in Ita-Italia è ancora ferita,ta, in Europa però inizia comee aveva sem-sempre fatto da quandondo esiste la Champions: vincendo. Certo, le partite non sono tutte uguali e le statisti-statistiche non dicono tutto,tutto, anzi a volte non dicono niente. Questo succes-ucces-