La Gazzetta dello Sport

C’è il Taste of football «Roma-Barcellona sarà una cena stellata»

Campioni dell’Olimpico accostati ai piatti degli chef della capitale «Garcia è la tartare di Beck. Ma dopo gli spaghetti di Messi, tutti a nanna»

- Davide Stoppini

Stella che cammini canterebbe Antonello Venditti. Stella che cucini, stella che fai gol. Roma-Barcellona ai fornelli: solo ingredient­i di qualità, solo campioni a muovere mani e piedi. Tutto in 24 ore, nello stesso quadrante di Roma, due km sì e no di distanza in linea d’aria: stasera il meglio d’Europa in campo, stadio Olim- pico, domani sera (e fino a domenica) il top degli chef della capitale (e non solo) all’Auditorium. Sapori e colori, campioni indiscussi. Per Leo Messi che disegna dribbling, per Heinz Beck che impiatta una tartare.

SUAREZ MORDE... In fondo è un gioco, no? E allora giochiamo, magari accostando top player a top chef. Undici giocatori e un allenatore a scelta tra Roma e Barcellona, in parallelo con 12 piatti dei 12 cuochi protagonis­ti da domani: Taste of football e Taste of Roma. «Ho campo libero? Faccio da solo?», chiede Riccardo Di Giacinto. Mica uno a caso: chef stellato, romano, uno dei 12 in campo (da domani eh, mica all’Olimpico…). «E sono tifoso della Roma. Ho pure lavorato 4 anni in Spagna, al fianco di Ferran Adrià». Che è un po’ come la Roma che va a scuola dai campioni d’Europa. Prego, a lei la scelta. «Dico 8 calciatori della Roma e 3 del Barcellona. Più uno, il jolly. E poi l’allenatore è Rudi Garcia». Sbilanciat­o, forse converrebb­e equilibrar­e il tutto, come si fa con i piatti. «No, le spiego: magari mettendo più romanisti forse un pareggio lo portiamo a casa…». Ok, affare fatto. «E allora il mister è la tartare di manzo con caviale Calvisius e panna acida allo yuzu di Heinz Beck, uno straniero che ha fatto fortuna a Roma, l’unico chef con 3 stelle da queste parti, la guida di tutti noi. E Garcia è la guida della Roma, la tartare di manzo e il caviale è un piatto raffinato, molto francese». Via co i giocatori: «Il primo è Suarez. Lui è il piatto di Daniele Usai, le guance di arzilla, crema di zucchine, tapioca e aglio nero: piatto quasi da mordere. Anche se, a pensarci bene, Suarez preferisce mordere altro…». Giusto. Avanti: «Nella mia squadra c’è sempre Florenzi, bello di nonna. Per lui un piatto storico romano, ma rivisitato: la Carbomare di Angelo Troiani. Perché Florenzi è la fatica vecchio stile, ma cucinata in chiave moderna». Intelligen­te come Edin Dzeko: «È appena arrivato, deve ancora capire a fondo: a lui lo gnocco alla romana di Francesco Apreda serve per ambientars­i » . Problema che non vale per tutti: «Che spettacolo Iniesta, lui è fantasia e concretezz­a insieme. È il Thaiolino di Giulio Terrinoni, che la fantasia l’ha messa pure nel naming».

TOTTI IL MARITOZZO Ma qui ci vuole pure chi corre, no? «Lunga vita a Nainggolan: i porcini, noccioline e caffè di Marco Martini sembrano fatti per lui, piatto appagante e di qualità, sazia con grande classe. La cucina internazio­nale ci piace. Prendi Salah: lo rivedo nei tagliolini freddi di Roy Caceres, specialità romana con influenza straniera, la prima cosa da

difensore

proporre a un egiziano a Roma». C’è pure un francese a Roma: «Digne, pazzo in campo come una pazza in cucina è Alba Esteve Ruiz, spagnola, la più tenace tra noi chef. Avete presente il segno “2” con la mano alla Juventus? E alloralora a Digne date le fettuccine di mais: qualità e sfrontatez­za». Avanti un altro: «Neymar, che meraviglia: la cacio e pepe di Andrea Fusco è a sua immagine,e, con cozze e menta fritta, come far an-andare d’accordoo fantasia e freddezza sottoto porta». Sarà dura fermarlo:marlo: «Ci pensa Manolas,as, duro, l’unica certezzaza in di-difesa della Roma.ma. Con lui non sbagli mai, co-come con gli gnocchetti­occhetti con i ricci di Cristina Bowerman. E poi Iago Falque, piede raffinato e generoso. È il nostro Tro-Tropical Macaron,, un trion-trionfo di sapori comeme il piat-piatto di Stefano Marzetti». Ne manca uno…… «Vuole che non accostiti qualco-qualcosa di mio a Totti?tti? Giù le mani da Francesco:esco: lui è il maritozzo cacioacio e pe-pepe, dolce romanomano per eccellenza ma rivisto in chiave salata, è l’esage-l’esagerazio­ne, è il simbolo della città». Scusi…usi…lo sa che non ha schierato Messi? «Tutto calcolato, è il jolly. Perché è impossibi-impossibil­e accostare unun piatto a Leo, il migliore.e. Visto lui, il resto non conta.nta. Lui è la spaghettat­ata di mezzanotte: dopo, tutti a nanna».

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Lo chef Riccardo Di Giacinto, 39 anni
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