«Giannelli, il futuro azzurro è garantito»
Grandi ex palleggiatori dell’Italia valutano il giovane regista: «È spavaldo, ha la giusta incoscienza»
CON L’ITALIA DAL 1987 AL 2004
Al giro di boa della Coppa del Mondo l’Italia è chiamata al cambio di passo. Al terzo posto con 4 vittorie e una sconfitta — con gli Usa —, gli azzurri sfidano l’Iran (ore 8.10) per rimanere aggrappati al treno delle squadre che rincorrono una delle due carte olimpiche che il torneo giapponese mette in palio. A dirigere il gioco per la squadra del c.t. Blengini il confermatissimo Simone Giannelli. A 19 anni, il regista campione d’Italia con Trento si sta confermando atleta di caratura internazionale.
FUTURO Oltre alla regia, il numero 6 azzurro ci mette anche del suo al servizio e a muro sfruttando i suoi 198 cm. Lo dimostra il fatto che dopo 5 giornate è il migliore (tra i palleggiatori della
CON L’ITALIA DAL 1987 AL 2002
Coppa del Mondo) in questi due fondamentali con 9 muri punto e 8 ace. «È un talento puro, di quelli che ne sboccia uno ogni 10-15 anni. Un predestinato» taglia corto Paolo Tofoli, palleggiatore azzurro nell’era Velasco. Sulla stessa lunghezza d’onda altri due registi dell’Italia del passato, Ferdinando De Giorgi («È un ragazzo molto interessante per qualità tecnica e fisica, e anche per l’età. Il suo livello è superiore alla media. La cosa che impressiona è che giovane in un ruolo dove invece servirebbe una buona dose d’esperienza») e Marco Meoni («Ha caratteristiche tecniche e caratteriali per garantire grande futuro. I risultati e i numeri lo dimostrano»).
INCOSCIENZA I tre ex azzurri valutano positivamente la giovane età del bolzanino. «Sta vivendo tutto con equilibrio — spiega De Giorgi, da quest’anno in Polo-
CON L’ITALIA DAL 1994 AL 2008
nia alla guida dello Zaksa —. Ha un buon atteggiamento e una piccola parte di incoscienza che non guasta». «Ha personalità, è spavaldo, non ha paura — sottolinea Tofoli, oggi tecnico del Tuscania in A-2 —. Per i prossimi 10 anni il futuro azzurro è tutto suo». «Per lui è tutto nuovo e la ventata di gioventù può aiutare l’ambiente — ricorda Meoni —. Come fece Velasco nel 1994 quando inserì nel gruppo di senatori giovani come me, Papi e Bovolenta».
ACE E MURO Ma dall’alto della loro esperienza, con declinazioni tra loro diverse, i tre grandi ex non si esaltano più di tanto per i numeri che Giannelli esprime a muro e al servizio. Per Tofoli «un palleggiatore deve saper palleggiare. Poi il resto è relativo». Anche per De Giorgi «la cosa più importante è il palleggio ma se riesce a fare bene anche a muro e al servizio meglio». Per Meoni poi «il fatto che renda al servizio e a muro è un vantaggio ulteriore».
FUTURO Di campionati ne hanno giocati tanti, di esperienze in Nazionale ne hanno vissute tante. De Giorgi, Tofoli e Meoni hanno ben chiara una cosa: «Deve essere consapevole che l’effetto sorpresa finirà e le aspettative aumenteranno — ripetono in coro —. La vera prova del 9 sarà con Trento nel prossimo campionato; finito l’effetto sorpresa, tutti inizieranno a studiarlo». Mentre sul futuro più immediato, quello di Coppa del Mondo, Meoni ricorda un episodio ben augurante: «La corsa per la qualificazione è ancora aperta. Io c’ero nella straordinaria rimonta del torneo preolimpico 2008. Contro il Giappone avanti 2 set a 1 e 24-17 al 4° set, a un punto dal baratro abbiamo rimontato».