Mirco all’attacco «Brunel non parla con i giocatori»
Sul Mondiale al via venerdì «Gli uomini ci sono, ma il c.t. non fa gruppo»
occasione è il lancio, a Milano, di «Rugby Life», originale libro curato da Paolo Wilhelm e Marco Turchetto (Acar Edizioni; pag. 96; euro 12) che presenta, in senso rugbistico, le undici città britanniche che ospiteranno la Coppa del Mondo alle porte. A presentarlo, insieme al seconda linea (anche azzurro) George Biagi, c’è Mirco Bergamasco, una bandiera del movimento. Il discorso, è inevitabile, si allarga alle prospettive tricolori. E il 32enne centro delle Zebre, 89 caps tra il 2002 e il 2012 con tre Mondiali all’attivo e dieci stagioni a Parigi tra Stade Français e Racing Métro, nelle ore in cui il fratello Mauro ringrazia pubblicamente «la fami- glia, gli amici e lo staff tecnico» per avergli consentito una quinta esperienza iridata da record, non le manda a dire. Ribadendo i medesimi concetti, in francese, alla radio transalpina Rmc.
Mirco, cosa prevede per l’Italia?
«Sarò molto sincero: non sono ottimista».
Perché?
«Perché la gestione del gruppo non è adeguata alla situazione. La squadra non è tranquilla, né sicura di se stessa. E vorrei sia chiaro: non lo dico perché sono stato escluso dalla lista dei convocati».
In base a cosa, allora?
«Il c.t. Jacques Brunel non ha rapporti con i giocatori, non parla e non dialoga con loro. Non ha saputo creare un gruppo, né in