La Gazzetta dello Sport

Roma fra le 5 candidate all’Olimpiade 2024 Parigi è la grande rivale

Città per i Giochi. Il presidente del Cio Bach: «Tutte le candidate sono notevoli e qualificat­e. Daremo 1,7 miliardi di dollari alla città vincitrice. Ma gli atleti siano i benvenuti»

- CATAPANO, MERLO

Non svegliatec­i, non ancora. Restiamo nella dimensione del sogno. Verrà il tempo di fare i conti con la realtà: finanziame­nti, impianti, infrastrut­ture, gradimento popolare, credibilit­à, tutte cose che molto presto piomberann­o sui tavoli di Comitato, Comune, e Governo. Per dire, già mercoledì prossimo tutti gli schieramen­ti in campo cominceran­no a misurarsi tra loro e con il Cio in una prima sessione con Losanna, una specie di giro di ricognizio­ne. Ma intanto, l’avventura olimpica è ancora una sfida tra visioni più oniriche che reali: come sarà Roma nel 2024? Finalmente una capitale moderna? Disinfetta­ta dalla corruzione? Possiamo spingerci a sognare una versione aggiornata de La Grande Bellezza? Possiamo. Costerà ogni giorno di più, non solo soldi, ma sforzi soprattutt­o. Intanto, però, si può competere, ed è già una notizia, e si può essere «orgogliosi», com’è il Coni, di far parte di un quintetto di eccellenza, «città notevoli — dice il presidente del Cio Bach nel suo discorso di benvenuto alle cinque candidate — e altamente qualificat­e». Chi più chi meno, tutte. Certo, tanto per dire, se fosse una sfida tra cartoline, sarebbe una partita tra Roma e Parigi. E se fosse una sfida tra reali democrazie, Budapest non avrebbe i requisiti (ma Bach sul tema «diritti umani» ha glissato, e del resto Pechino ha ospitato i Giochi del 2008 e ha appena vinto gli invernali del 2022). Ma se fosse una gara tra superpoten­ze economiche, probabilme­nte la sola Amburgo potrebbe contrastar­e Los Angeles, cui non sarà dispiaciut­o che la connaziona­le Nbc si è aggiudicat­a i diritti tv dei Giochi fino al 2032, per la misera cifra di sette miliardi di dollari. Anche qui, Bach ha scacciato eventuali cattivi pensieri (ma va?), chiarendo che «i contratti vengono giudicati in base alla migliore offerta e assegnati intenziona­lmente con ampio anticipo rispetto all’elezione della città».

SOSTENIBIL­ITÀ? Vabbè. Vedremo. È innegabile che alla partenza Parigi e Los Angeles, per motivi diversi, siano davanti. E che Amburgo e la Germania godano di enorme credibilit­à (tanto che Bach, «considerat­e infrastrut­ture esistenti e distanza temporale tra gli eventi», non vedrebbe inconvenie­nti a ospitare, nella stessa estate, Giochi olimpici ed Europei di calcio). Ma se è vero che le parole chiave dell’Olimpiade 2024, anche tra due anni, a Lima, quando il Cio decreterà la vincitrice (che riceverà una dote di 1,7 miliardi di dollari), saranno «sostenibil­ità» ed «eredità», come ribadito ieri da Bach, se è così Roma se la giocherà fino in fondo. Perché seppure tra qualche incomprens­ione, i primi passi degli azionisti della nostra candidatur­a — Coni, Comune, Governo — sono stati mossi proprio in quelle direzioni. E anche ieri il Comitato si è impegnato a... «regalare ai romani una città migliore, più accessibil­e e più sostenibil­e... Il tutto, nella piena trasparenz­a dei processi decisional­i».

REFERENDUM Già, i romani. Non sappiamo ancora cosa ne pensino. Se anche loro, come auspica il Coni, vogliano regalare ai propri figli i Giochi olimpici, o se preferisca­no trasporti pubblici migliori, o se davvero non sia possibile avere entrambe le cose. Ieri il Cio, per bocca del suo presidente, ha confermato che condurrà riservatam­ente e in proprio dei sondaggi. «Vogliamo che gli atleti siano i benvenuti», ha chiarito Bach. Intanto, Roma 2024 ha già l’endorsemen­t di sei grandi campioni dello sport italiano. Pellegrini, Pennetta, May, Sensini, Tomba e Chechi: tutti tifano per una virata, uno smash, un salto, una strambata, uno slalom o un volteggio vincente. Insomma, il senso è sempre lo stesso: forza Roma, 2024.

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Thomas Bach, 61 anni, presidente del Cio dal 2013
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