Ciclo: Rebellin a 44 anni trionfa nell’ Agostoni Ma lo show è di Nibali
Al rientro, il siciliano è padrone in salita, fa 50 km di fuga, poi in volata s’inchina al «nonno». Non è certo del Mondiale
«Venti metri. Sono mancati venti metri. Mannaggia, mi sono piantato». Sì, sarebbero stati sufficienti per vincere. Ma il messaggio, dal rettilineo finale della 69a Coppa Agostoni, è arrivato lo stesso. Forte e chiaro: Vincenzo Nibali è tornato. L’umore era bello, la pedalata decisa. E per il risultato pieno, a giudicare da quello che si è visto ieri, potrebbe essere solo una questione di (poco) tempo. Quasi cinquanta chilometri allo scoperto, dopo l’affondo sul Lissolo, assieme al compagno di squadra Michele Scarponi e a Davide Rebellin. Un vantaggio sul gruppo, nel frattempo ridotto a una trentina di unità, mai superiore al minuto. Eppure l’azione promossa dallo Squalo è andata in porto, in una delle più emozionanti edizioni della classica brianzola negli ultimi anni. Il gruppo stava rinvenendo quando Vincenzo ha lanciato lo sprint ai 200 metri, ma è stato saltato da un Rebellin che a dispetto dei 44 anni continua a essere estremamente competitivo. E l’arrembante Niccolò Bonifazio, 21 anni, primo nel 2014, si è dovuto accontentare di vincere lo sprint del gruppo, subito dietro.
CONVINZIONE «A parte il guizzo finale, posso essere soddisfatto – racconta il capitano dell’Astana, 30 anni -. In pratica, avevo corso un giorno nell’ultimo mese e mezzo (il Tour si è chiuso il 26 luglio e alla Vuelta l’espulsione per traino è arrivata alla seconda tappa, ndr) e non era scontato trovare subito il ritmo giusto. Ma in questo ultimo periodo, in Sicilia, mi sono isolato, ho pensato solo ad allenarmi. I risultati si sono visti. Anche la squadra ha fatto una corsa ottima». E in effetti già al mattino tutti quelli che gli stanno vicino raccontavano di un Vincenzo Nibali (che ha detto di avere ricevuto la maglia rossa della Vuelta in regalo da Aru) davvero sereno e rilassato.
COMPLIMENTI Al siciliano sono arrivati i complimenti del c.t. Davide Cassani, che schierava una seleziona azzurra e ha seguito la gara in moto. «Il risultato conta fino a un certo punto, Vincenzo ha fatto davvero una bella azione, in salita è andato forte». Il tecnico romagnolo ha valutato bene la prova di Giacomo Nizzolo (4°) e di giovani come Leonardo Basso e Moscon, quest’ultimo leader designato degli Under 23 a Richmond e molto attivo in testa al gruppo nel finale. E oggi, al termine della Coppa Bernocchi, Davide Cassani “scremerà” il gruppo della Nazionale maggiore in partenza per gli Stati Uniti: i nomi, da 14, diventeranno 11.
NODO Ma in realtà il vero punto interrogativo resta legato alla presenza di Vincenzo Nibali: ci sarà? Diciamo che, se a una prima e superficiale lettura la risposta poteva essere positiva, in realtà la valutazione finale che farà il c.t. è più globale e riguarda una serie di aspetti: la compatibilità di Nibali con un percorso non troppo selettivo, la funzionalità al progetto azzurro (c’è in ballo un uomo che potrebbe giocare un ruolo non secondario come Jacopo Guarnieri, se andrà bene oggi) e la considerazione che il re del Tour 2014 è atteso, la domenica successiva al Mondiale, da un obiettivo come il Lombardia, restituito al percorso che più gli piace con Civiglio e San Fermo nel finale. «Io sono a disposizione», ha ribadito ieri Nibali, che è legatissimo alla maglia azzurra ma sa bene che la vera carta, dopo lo sfortunato Mondiale di Firenze 2013, se la giocherà l’anno prossimo ai Giochi di Rio. Davide Cassani è un suo grandissimo estimatore, valuterà attentamente tutti i pro e i contro. E la sensazione è che la scelta che arriverà, quale essa sia, sarà condivisa tra le parti.