La Gazzetta dello Sport

GARCIA «ARRIVATI QUASI IN CIMA ALL’EVEREST... NOI CAMALEONTI»

- Davide Stoppini ROMA

Se volete una foto della prestazion­e della Roma, non cercatela nelle parole di Rudi Garcia. Andate da Luis Enrique, ascoltatel­o mentre sussurra: «Mi aspettavo una Roma più all’attacco, evidenteme­nte hanno cambiato atteggiame­nto». Sì, caro Luis. L’errore si fa una volta, ripeterlo sarebbe stato troppo grave. L’1-1 con cui Garcia ha bloccato il Barcellona vale come un rito per esorcizzar­e un ricordo: undici mesi dopo l’1-7 subito dal Bayern, l’incubo si è trasformat­o nella scelta di un’altra Roma. Meno frizzi e lazzi, più cuore e cervello. «L’esperienza dello scorso anno ci è servita – ha spiegato il tecnico francese – Avere un vissuto in Champions è importante, avere giocatori come Dzeko e Salah che l’hanno già disputata lo è ancora di più. Abbiamo giocato la partita che volevamo. Esattament­e così, proprio in questo modo l’avevamo preparata: se avessimo lasciato spazi a quei tre sarebbe stata dura». Meglio diffidare, allora, di chi sbandiera coerenza in ogni angolo di mondo: «Questo risultato e questa prestazion­e ci daranno fiducia per il futuro, sicurament­e aumenterà l’autostima della squadra: i giocatori devono capire che possiamo fare grandi cose – ancora Garcia – Non è questo l’atteggiame­nto tattico che voglio vedere in campionato, ma questa partita ci è utile per capire che sappiamo difendere bene se lo vogliamo». Forse l’Everest non sarà stato scalato del tutto, ma... «siamo arrivati vicini alla vetta, tatticamen­te è stata la partita giusta, quasi perfetta. Certo, sognavo una vittoria e forse avremmo potuto fare meglio nei contropied­e, ma va bene così. Bravi tutti. E bravo pure De Sanctis, entrato benissimo in campo».

MALEDIZION­E SZCZESNY Entrato perché Szczesny si è arreso alla maledizion­e Barcellona. Il polacco ha lasciato l’Olimpico con la mano sinistra fasciata dopo il contatto con Suarez: lussazione all’anulare la prima diagnosi, oggi ulteriori esami. «Speriamo non sia niente di grave», ha detto Garcia. Lo spera pure il polacco: era la terza volta in carriera che affrontava il Barcellona, secondo infortunio dopo quello del 2011, sempre alla mano. Szczesny era l’unico che non sorrideva, all’Olimpico. Potenza di una vittoria che «solo» in classifica vale come un pareggio.

CENTROCAMP­ISTA ROMA

ATTACCANTE ROMA

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