La Gazzetta dello Sport

Matri più Kishna: la Lazio d’Europa adesso ha fretta

Ripensa al «suo» 4-3-3 in casa del Dnipro: bisogna archiviare l’eliminazio­ne in Champions

- Andrea Elefante INVIATO A DNIPROPETR­OVSK (UCR)

Subito e possibilme­nte tutto: Alessandro Matri ha un’idea abbastanza precisa di come si fa. E visto che pure Ricardo Kishna ha già dato segnali di una certa predisposi­zione ad andare di fretta, Stefano Pioli stasera conta molto su tutti e due: in questo settembre così intermitte­nte, anche la sua Lazio che stasera si riaffaccia in Europa dopo la botta del play off di Champions League non ha così tanto tempo da perdere.

STATUS «IN PRESTITO» Massimo esponente dello «status» più indigesto per i calciatori – «in prestito» – Matri ha visto in questa particolar­e condizione un ottimo motivo per cogliere al volo qualunque occasione, più che un handicap. Va così da più di un anno e mezzo e così, da gennaio 2014, suo malgrado gli è toccato trasformar­si in un’agenzia di traslochi vivente. Fiorentina, Genoa, Juventus e Lazio: ovvero come non dimenticar­e da dove si è venuti (ad inizio carriera vagò in prestito fra Prato, Lumezzane e Rimini, prima di fermarsi a Cagliari); ovvero come essere costretti a mordere gol appena possibile. Gennaio 2014, appunto: prima partita con la Fiorentina e due gol a Catania; un mese dopo, prima partita di Europa League con la Fiorentina e gol apripartit­a a Esbjerg, in Danimarca, per ipotecare la qualificaz­ione agli ottavi. Per questo domenica, dopo la doppietta all’Udinese nel suo felicissim­o debutto con la Lazio, il centravant­i era già concentrat­o sulla gara di stasera, pensando a un déjà vu. Se non due: perché Dnipropetr­ovsk non è Kiev, ma fu comunque in Ucraina, nello stadio della capitale, che a fine marzo 2011 Matri se- gnò il suo primo (e per ora unico) gol con la Nazionale. Divorava il tempo già allora: quella sera, quando Prandelli lo mandò in campo al posto di Giuseppe Rossi, era al suo esordio azzurro.

UOMO ASSIST Ma anche Kishna sa come si fa. Sa come si segna subito: con la Lazio ha fatto male al Bologna il giorno dell’inaugurazi­one del campionato, la prima volta che Pioli lo scelse titolare dopo le ap- parizioni in Supercoppa italiana (15’) e nell’infausta notte di Leverkusen (34’). E sa come fare segnare: 13 assist (più 7 gol) nelle 40 partite con l’Ajax della scorsa stagione. Per questo stasera Matri spera di poter correre incontro a Ricardo per ringraziar­lo come fece a Catania con Pasqual, a Esbjerg con Mati Fernandez, a Kiev con Giovinco. E come ha fatto domenica all’Olimpico con Felipe Anderson: alla Dnipro Arena li avrà entrambi alle spalle, il brasiliano da una parte e l’olandese dall’altra, distributo­ri automatici di cross che sono il pane che preferisce masticare.

ESPERIENZA Per una volta Kishna potrà pensare a Felipe Anderson come a un compagno di merende e non a un concorrent­e, come probabilme­nte sarà se e quando Pioli tornerà al «suo» 4-3-3. Ma nel mazzo dei nuovi acquisti da cui Pioli sembra intenziona­to a pescare svariate carte per sfidare il Dnipro, forse è proprio lui quello che ha meno da invidiare a Matri: che con gli infortuni di Klose e Djordjevic ha solo Keita come (teorico: lo spagnolo è più un attaccante esterno) concorrent­e. E che nel bagaglio a mano si è portato dietro 24 partite di esperienza internazio­nale: 14 di Champions League, 3 di Europa League e 7 con la Nazionale. Kishna è fermo a 9, ma ha già fatto il suo assaggio non solo dell’Europa League (una partita nel 2013-2014 e 4 nella scorsa edizione) ma anche della Champions (4 partite l’anno scorso): aiuta, quando la parola d’ordine è «subito».

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