Lo «Zingaro» patteggia Ma Ilievski non va in galera
Fuori dal processo. Hristyian Ilievski (capo degli Zingari, la banda che ha corrotto diversi giocatori di A, B e Lega Pro per alterare i risultati dei match) ieri ha patteggiato una pena (sospesa) di 22 mesi. Condanna contenuta, ma giustificata dalla collaborazione avuta dall’ex testa di cuoio delle forze speciali macedoni col pm di Cremona, Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse. Lo slavo dopo quasi 4 anni di latitanza si era costituito lo scorso aprile, svelando parecchie cose. Quasi 25 le partite inserite nel patteggiamento, compresa Bari-Livorno di Coppa Italia del dicembre 2010: il macedone avrebbe dato 70 mila euro ad Alfonso De Lucia (per ora non indagato), ex portiere dei toscani. I racconti di Ilievski erano stati definiti «ricchi, precisi e dettagliati» dal gip Guido Salvini.
MAURI SALVO Molti i giocatori inguaiati dallo slavo: alcuni di loro assolti o condannati in modo blando dalla giustizia sportiva. Come Stefano Mauri, capitano della Lazio. Proprio i verbali di Ilievski hanno spinto il procuratore della Figc, Stefano Palazzi, a chiedere un nuovo processo per Lazio- Genoa e Lecce-Lazio: giovedì prossimo ci sarà la prima udienza davanti alla Corte Federale, ma senza Mauri «salvato» dal vecchio ricorso al Tnas. Ieri ha patteggiato (14 mesi) pure Giorgio Buffone, ex d.s. del Ravenna.