ITALBASKET, LA GRANDE INCOMPIUTA
L’Italia più forte di sempre resta una grande incompiuta. A un passo dal cielo, a tre passi dal paradiso, azzurra torna troppo tenera e sparisce dall’Europa che conta e giocherà per le medaglie. Onore alla Lituania, tosta, dura, precisa, quasi perfetta. Ma non basta a giustificare il fallimento italiano, perché di fallimento dobbiamo parlare.
L’obbiettivo minimo non è quello di agguantare in extremis un visto per il preolimpico. L’obbiettivo minimo era di arrivare tra le prime quattro, di sedersi al tavolo che mangerà ostriche e berrà champagne, mentre a noi resta soltanto un calzino pieno di carbone. Spagna, Francia, Serbia e Lituania sono là dove avremmo dovuto arrivare noi, perché questa squadra ha il talento e anche il carattere per stare con i migliori. Nessuno si è tirato indietro. Nessuno ha tentato (se non a sprazzi) di vincere da solo. La squadra questa volta c’era e voleva un risultato da raccontare ai nipotini, un’impresa per entrare nella storia del nostro basket.
Abbiamo avuto una palla da trasformare in oro a 11” dalla fine, ma l’abbiamo buttata via con Alessandro Gentile che è andato a infilarsi in un vicolo cieco. Sarebbe assurdo dare la colpa a lui che ha giocato davvero un grande Europeo. Il problema è che ci manca sempre l’ultimo passo. Quello per staccarci da terra e trasformare i sogni in realtà. E nel supplementare quando il cuore forse conta più del talento siamo rimasti a guardare.
Questa era un’Italia che stava regalando emozioni raccogliendo affetto e applausi anche tra chi di solito il basket neppure lo guarda. Aveva l’anima per entrare nel cuore della gente, la faccia giusta per piacere a tutti. Ha mancato un’altra occasione. Ora ci restano quaranta minuti per non cancellare tutto, per non rovesciare una latta di vernice nera su un quadro che comunque avrebbe un senso, consentendoci di andare al preolimpico senza passare per una finalina 7°/8° posto che sarebbe peggio di una roulette russa visto che dovremmo giocare oggi e poi anche domani.
Resta tanta delusione perché da quest’Italia ci aspettavamo almeno una semifinale. Avevamo il talento per stare là. E pure la voglia. Ci è mancato davvero poco, ma è quel poco che fa la differenza tra una squadra grande e una grande squadra. Sarebbe bello poter chiudere gli occhi e ricominciare a giocare. Come minimo sarebbe bello andare a dormire e risvegliarci con una vittoria sulla Repubblica Ceca. Per non cancellare tutto. Per non disperdere il credito d’affetto ricevuto.