Altri talenti in evidenza
Arturo Calabresi, 19 anni, difensore del Livorno capolista, è arrivato in estate in prestito dalla Roma Stefano Sensi, 20 anni, è il perno del centrocampo del Cesena, che l’ha preso dal San Marino in Lega Pro Massimiliano Gatto, 20 anni, attaccante esterno della Pro Vercelli, è del Chievo ma la stagione scorsa era a Carpi
Guadagna quanto il dipendente medio di un’azienda italiana (neppure 2.000 euro al mese), ma è uno dei giovani più interessanti del nostro calcio. E’ Leonardo Morosini, 20 anni tra meno di un mese, trequartista del Brescia, piedi educati e cervello fino. In campo ha segnato sabato (contro la Salernitana) la sua prima doppietta in carriera, al primo anno di università alla facoltà di Lingue e letterature straniere ha infilato voti da secchione (due 29 e due 30).
NONNO TIFOSO Non gira in fuoriserie e fino all’anno scorso ad accompagnarlo agli allenamenti ci pensava nonno Luciano, 77 anni di vitalità e passione. «Mi segue da quando ho iniziato a giocare – racconta – e adesso che ho la patente vorrebbe continuare a fare avanti e indietro tra Alzano e Brescia. Non si perde una partita, qualche mese fa abbiamo dovuto fermarlo perché voleva venire anche in Corea, alle Universiadi». Il numero di maglia è il 23, come il giorno di nascita del suo primo tifoso. Morosini è l’unico bergamasco capace di diventare idolo dei bresciani. Argomento spinoso, che il giovanotto liquida con intelligenza: «Amo la mia città, bellissima. Ma calcisticamente il mio cuore è a Brescia». Morosini è un giocatore talentuosamente normale in un calcio abbonato agli eccessi. Per dire: il giorno dopo la doppietta, nessuna festa, ma domenica dedicata agli affetti. Allenamento in mattinata, pomeriggio a Mazzano per assistere alla partita del fratello Tommaso, centrocampista della Virtus Bergamo (Serie D), contro il Ciliverghe, serata a San Siro per tifare Inter. «Bella vittoria, ma non vinceremo lo scudetto – prevede –
Le gare in B di Morosini in tre stagioni col Brescia: in totale ha realizzato 4 reti (2 in questa)
Quand’era bimbo, a 5 anni, scrisse a Facchetti per raccontargli la sua storia. Leo camminava sulle punte, aveva una malattia che in gergo medico si chiama «retrazione tendinea bilaterale» e per allungargli i tendini fu
TREQUARTISTA DEL BRESCIA
to tutti. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi, la stessa fiducia che la società mi fa sentire ogni giorno». Poi, un’osservazione acuta sui giovani: «In Italia si fa tutto al contrario: se non giocano, non va bene; se giocano bene una partita sono paragonati a Ronaldo; se ne giocano due male sono brocchi».
ARTISTA Morosini suona il pianoforte, canta («per descrivere il mio momento ci stanno bene le canzoni dei Queen, ma la sera sono più malinconico e vado dove mi porta iTube») e fa letture non banali («Dante mi sembra più attuale di tanti scrittori di oggi»). E se gli chiedi chi sono i suoi modelli, la risposta è spiazzante: «I miei modelli li ho in casa: mamma Eleonora, professoressa d’inglese, e papà Enrico, architetto. Se sono così, lo devo a loro».