La rockstar e il bravo ragazzo Lewis-Seb, due mondi lontani
Tra party hollywoodiani e la passione per la musica, il tedesco tutto famiglia e collezioni di moto e auto. Le loro orbite si incrociano solo in pista, li accomuna il talento
Basta una frase a far capire quanto siano diversi e come la loro personalità sia ai poli opposti. L’ha pronunciata Sebastian Vettel a Monza dopo le qualifiche, quando tutti gli chiedevano di cosa stesse chiacchierando in corsia box con il compagno Kimi Raikkonen, mentre di sopra già li aspettavano per la conferenza stampa. «Niente — ha detto Vettel rivolgendosi a Lewis Hamilton con un sorriso birichino —, stavamo solo aspettando che Lewis finisse di sistemarsi i capelli…». Seb, il quattro volte campione del mondo della Ferrari, è così. Quando meno te lo aspetti, sa sorprenderti con l’ironia e con battute pungenti. In questo caso, sulla pettinatura biondo platino sfoggiata in Italia da Hamilton, uno dei tanti vezzi del rivale inglese della Mercedes, che il pilota tedesco mai si sognerebbe di imitare.
COME SENNA Il loro antagonismo, specchio del braccio di ferro in F.1 fra Stoccarda e Maranello, è stato sempre a distanza. Come due linee paral- lele che si affiancano. I veri duelli, alla fine, li hanno avuti entrambi contro Fernando Alonso, in stagioni diverse. Eppure Hamilton e Vettel continuano a inseguirsi. Anche qui a Singapore, dove Sebastian ha vinto per tre volte (2011-1213) e Lewis, con due (20092014), può acciuffarlo. Anche nelle classifiche di tutti i tempi, dove il ferrarista ha già raggiunto Ayrton Senna a quota 41 trionfi e il pilota della Stella può eguagliarlo a sua volta proprio questa domenica. Ma le somiglianze fra loro, i talenti più cristallini sbocciati nell’ultimo decennio, si fermano ai numeri, con i quali hanno ridefinito tutti i primati di precocità delle corse, risultando i piloti più vincenti dal 2007 a oggi. ROCKSTAR Per il resto, sono universi separati. Hamilton sempre più a suo agio nel ruolo di «rockstar», paparazzato alle feste di Hollywood e ai party a New York, ora con divi del cinema tipo Jack Nicholson, ora con cantanti famose come Rihanna, tanto che su Vanity Fair c’è una carrellata di foto di eventi mondani e Lewis appare praticamente ovunque. Prima di questa gara, Hamilton si è chiuso in uno studio di registrazione londinese con il compositore Spinz Beats e ha creato un brano dedicato alla F.1, miscelando i rumori della macchina, del motore e delle pistole che avvitano le ruote, così da dare sfogo all’altra grande passione della sua vita, la musica appunto, a cui sogna di dedicarsi a tempo pieno quando in un futuro (lontano) avrà smesso con i GP.
NORMALITÀ Niente che possa interessare invece a Vettel, rimasto legato ai Beatles e a una normalità straordinaria per un campione del volante, fatta della vita in famiglia di cui è gelosissimo (di recente i media hanno pubblicato il nome della sua seconda figlia e Sebastian si è difeso con una lettera legale) e di hobby molto particola- ri, come collezionare moto e auto d’epoca. Si è comprato la Ferrari F40 appartenuta a Pavarotti e altre rosse storiche. Sta facendo restaurare una Bmw R51/3 uguale a quella che guidava il nonno. E possiede una sfilata di pezzi vintage, fra Kawasaki e marche inglesi, senza contare che ancora ri- corda la sua prima Cagiva Mito. Mentre Hamilton sfreccia a Montecarlo al volante di una Pagani Zonda e sgomma nei paddock in sella a una Mv Agusta Brutale. Si somigliano soltanto in pista: non nello stile, ma nella fame di vittorie. Che la sfida continui.