La Gazzetta dello Sport

Vazquez: «Salvo il Palermo Poi un club da Champions»

- Francesco Caruso

Franco Vazquez ha perso il «gemello» del gol ma non la grinta di un anno fa. Anche senza Paulo Dybala, il 26enne trequartis­ta di Tanti vuole ripetere le mirabilie che gli valsero la chiamata di Conte: dagli 11 assist alle 10 reti in campionato, magari trasforman­do in gol buona parte di quella dozzina di legni. Dovrà però affinare l’intesa con i nuovi soci d’area, Quaison e Gilardino innanzitut­to. Per continuare a mirare le stelle e trovare una squadra che gli faccia toccare con mano il sogno Champions.

Vazquez, com’è la vita senza Dybala?

«Non mi posso lamentare. Con Paulo mi trovavo bene, ma oggi sto magnificam­ente con i nuovi compagni di reparto e non solo con loro. Dybala mi manca soprattutt­o come amico».

Vi siete sentiti in questi giorni?

«Siamo sempre in contatto. L’ho chiamato prima dell’esordio in Champions, era emozionato come un bimbo. Gli ho detto di stare tranquillo, tutto sarebbe andato per il meglio. Non sbagliavo».

Un po’ di sana e affettuosa invidia, osservando­lo in tv durante la partita con il City, l’ha avvertita?

«Non scherziamo. Io a Paulo voglio bene come ad un fratello, a lui posso solo augurare il meglio in ogni settore della vita. Se la sua esperienza in bianconero va bene, io sarò felice per lui, come lui del resto condivide le mie gioie».

Quest’estate la Juve l’ha sfiorata anche lei: c’è rimasto male quando l’operazione è saltata?

«Non ci penso più, sono felice di stare a Palermo perché anche questo è stato un attestato di stima, come il fatto di avermi tolto dal mercato dichiarand­omi incedibile».

Il Palermo vince le prime due partite e poi rischia di perdere in casa con il Carpi: qual è quello vero?

«La A è così, ormai l’ho imparato: non esistono partite facili, non esistono avversari comodi. E comunque il Carpi già contro l’Inter aveva dato segnali di ripresa che ha confermato contro di noi. L’equilibrio e la difficoltà fanno di questo campionato il più affascinan­te d’Europa».

Comunque siete sempre secondi: l’Europa è un obiettivo o solo un sogno di Zamparini?

«Se guardiamo troppo in alto finiremo per farci male da soli. Dobbiamo mirare non oltre la punta del nostro naso, vale a dire partita per partita, senza fissare traguardi e tabelle di marcia che servono solo a complicars­i la vita. Poi, se viene qualcosa di più della salvezza, tanto meglio».

Ma il Palermo è più forte o più debole?

«Aspettiamo qualche mese prima di rispondere. Certo, pensare di ripetere i 49 punti dell’anno scorso è un’impresa, possibile ma non facile».

Sabato a San Siro troverete un Milan più arrabbiato dopo la sconfitta nel derby?

«Non credo, anche se a nessuno piace perdere la stracittad­ina. Ma noi sappiamo come contrastar­li: attaccare “alto” e tenere palla per fargli male».

L’anno scorso contro i rossoneri a San Siro il Palermo vinse 2-0, gol di un certo Dybala. Stavolta?

«Stavolta magari segno io che sono già andato in rete contro l’Inter ma mai contro il Milan».

Né contro la Juventus, se è per questo.

«Già e quest’anno potrebbe essere la volta buona, così faccio un dispetto al mio amico Paulo».

Quanti gol conta di fare in questo campionato?

«Più dell’anno scorso, se pali e traverse non si accaniscon­o su di me: andrebbero bene anche 11».

Chi toglierebb­e al Milan sabato sera?

«Bacca, un attaccante molto molto forte».

Se segna Vazquez, è pronta una dedica?

«Alla mia famiglia: un pensiero scontato, ma inevitabil­e, giacché mamma Marina e papà Oscar saranno in tribuna. Ci saranno pure mio fratello maggiore, Federico e la moglie».

E la sua Agostina la lascia a Palermo?

«Lei è in prima fila, ci mancherebb­e».

E sull’altare quando pensa di salire?

«Non l’abbiamo ancora programmat­o. Stiamo assieme da due anni, viviamo sotto lo stesso tetto ma Agostina ha solo 22 anni. C’è tempo».

La Nazionale è stata a Palermo, si aspettava di giocare almeno uno spezzone?

«Ho fatto tifo da fuori. Ognuno vorrebbe giocare sempre. Ci speravo, ma va bene lo stesso».

Non è che si è pentito di avere scelto l’Italia?

«Neanche per sogno, figurarsi, sto in un grande gruppo di campioni e farne parte è un onore».

Ha già deciso dove andrà l’anno prossimo? Preferireb­be all’estero?

«Sono del Palermo e voglio garantirgl­i il massimo, poi non è detto che vada via. Sto bene in Italia e la A per me è il massimo, quindi non intendo spostarmi. Certo mi piacerebbe giocare in una squadra da Champions».

Uno del Palermo di cui sentiremo parlare?

«Quaison, un ottimo atleta con una magnifica visione di gioco e una forza eccezional­e».

ATTACCANTE MILAN

 ??  ?? Franco Vazquez, italoargen­tino, 26 anni, trequartis­ta e attaccante. È alla terza stagione di fila nel Palermo (dopo 6 mesi nel 2012). Ha conquistat­o anche la Nazionale di Conte. Ha giocato con Belgrano e Rayo Vallecano
Franco Vazquez, italoargen­tino, 26 anni, trequartis­ta e attaccante. È alla terza stagione di fila nel Palermo (dopo 6 mesi nel 2012). Ha conquistat­o anche la Nazionale di Conte. Ha giocato con Belgrano e Rayo Vallecano
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