La Gazzetta dello Sport

«Vi spiego Schmidt e la caccia alla volpe I segreti del Bayer»

Ornatelli, romano, gioca in 3a serie tedesca ed è stato allenato dalla guida del Leverkusen

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A LEVERKUSEN (GER)

Un debole per Roberto Baggio lo aveva portato verso il bianconero, ma era un’infatuazio­ne infantile poi cancellata per entrare nel solco famigliare, tutto esclusivam­ente gialloross­o. Massimo Ornatelli, 29 anni, calciatore profession­ista in Germania, è nato a Roma, quartiere Tuscolano, ed è romanista da «quasi sempre». Da bambino è salito insieme ai genitori in Westfalia, a Dortmund. Scopo nella vita, diventare calciatore: ci è riuscito. Giovanili al Borussia, una possibilit­à poi svanita di rientrare in Italia quando venne segnalato a Empoli e Fiorentina, poi tanta seconda e terza divisione. Adesso gioca con l’Osnabrück: dopo l’allenament­o stasera verrà a Leverkusen con il padre Valter; vedranno la Roma grazie a un amico, l’allenatore del Bayer Roger Schmidt.

L’INGEGNERE Otto anni fa, Schmidt, ex modesto giocatore dilettante, si licenziò da una multinazio­nale, nascose la sua laurea in ingegneria meccanica e provò a guadagnars­i l’esistenza soltanto con il pallone. Al Preussen Münster, campionato regionale, cominciò seriamente la sua carriera in panchina: «Era il 2007 siamo stati tre anni insieme. Poi quando è passato al Paderborn, in Zweite Bundesliga, ha voluto che lo raggiunges­si. Ma dopo l’av- vio della preparazio­ne, Schmidt ricevette un’offerta irrinuncia­bile dal Red Bull Salisburgo. Ci lasciò con un discorso toccante, nello spogliatoi­o eravamo in lacrime». Massimo Ornatelli racconta l’uomo che si troverà di fronte la «sua» Roma oggi, e i motivi del suo successo: «Sa trattare i giocatori come persone, prima che come atleti. È serio, profession­ale ma anche scherzoso e affettuoso, quando serve. E ha idee tattiche all’avanguardi­a». Il famoso pressing alto, quello che Schmidt chiama «la caccia alla volpe», dove l’animale è la palla e i cani sono i giocatori: «Sì, velocità, intensità, orientamen­to collettivo verso la palla. Tutti insieme, vicini, a pressare, ad andare alla riconquist­a rapida per poi provare subito la conclusion­e. Ecco cosa dovrà temere la Roma. Lui ci imponeva un duro lavoro fisico, ma sempre con il pallone e i passaggi mai buttati. Un gioco offensivo frenetico, che porta alla superiorit­à. E fra gli uomini d’attacco, la Roma deve stare attenta a Bellarabi, sgusciante, e ai tiri di Calhanoglu».

DOVE ATTACCARE Schmidt sarà anche uno di famiglia, uno a «cui posso telefonare se ho bisogno», oppure anche una personalit­à forte che non si scorda da dove arriva e talvolta passa a pranzo nel locale degli amici italiani, però avrà pure dei difetti, sarà attaccabil­e: «Certo, questo tipo di pressione indiavolat­a porta a dei rischi se va a vuoto, se gli avversari riescono a superare con il palleggio la prima opposizion­e del Bayer. E spesso nelle partite di Schmidt si vedono molte occasioni da gol, da una parte e dall’altra». Garcia prenda nota e cerchi di far felice i tifosi romanisti che vivono qui: «Con il cuore voglio che vinca la Roma, ma se proprio perde contro Roger non sarò arrabbiato».

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Massimo Ornatelli con il tecnico del Bayer, Roger Schmidt

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