La Gazzetta dello Sport

Valero: «Sousa, con te siamo più pratici»

Leader della Fiorentina: «A volte giochiamo peggio rispetto a Montella, ma farci gol è difficile»

- Giovanni Sardelli FIRENZE MARTEDÌ 20 OTTOBRE 2015

Gli è entrato nella cabeza. E a giudicare dai risultati non è solo Borja Valero ad aver sposato in pieno la filosofia di Paulo Sousa considerat­o che la Fiorentina, pur sconfitta a Napoli, continua a guidare la classifica. «Dire che una partita è importante e si deve andare in campo per vincere è piuttosto facile. Per motivare un giocatore bisogna andare oltre: e lui ci riesce». Le sue giocate non sono mai banali, e così le parole. Se Borja parla così del proprio allenatore, in casa viola c’è di che gioire.

CHE CARATTERE In una lunga intervista a El Pais, Valero racconta molto di sé, della sua vita fiorentina («A Firenze la mia famiglia è felice, ci piace perderci per le vie del centro, e il Ponte Vecchio al tramonto…»), e delle radici alla base del primato viola: «Siamo una squadra senza grandi nomi, ma la forza del gruppo ci fa andare oltre i nostri limiti». Però sono i compliment­i a Paulo Sousa a occupare una parte importante: «Con lui siamo una Fiorentina più pratica, in alcune gare forse giochiamo peggio rispetto alla gestione Montella, ma siamo più compatti in difesa e gli avversari fanno fatica a creare occasioni. Ed è complicato farci gol». Giusto ricordare che con lo stesso Montella, Borja aveva un ottimo rapporto: «Il suo addio mi ha sorpreso, abbiamo fatto grandi cose nei tre anni insieme», disse in merito. E ora ci torna su: «Anche Sousa punta sul possesso palla. Differenze con Montella? Tiene mucho más carácter”, intendendo con carattere la ferocia agonistica dimostrata in panchina che traspare dalle urla continue verso i suoi. Poi il compliment­o più bello: «E’ uno che dice le cose in faccia guardandot­i negli occhi. Chiunque tu sia e in qualsiasi circostanz­a».

INSOSTITUI­BILE Nell’immaginari­o collettivo Borja Valero incarna lo spirito della Fiorentina in campo e fuori. La società dei Della Valle lo ha eletto simbolo del proprio modo di intendere il calcio, e il lungo rinnovo contrattua­le (Borja è legato ai viola fino al 2019) lo dimostra. Per gli allenatori è insostitui­bile: 8 gare in questo campionato tutte da titolare. Una rarità, pensando alle rotazioni estreme del tecnico portoghese. Un po’ regista, un po’ mediano, a tratti trequartis­ta. Il ruolo non è catalogabi­le con le diciture tradiziona­li perché il suo modo di giocare è speciale. E piace anche alla maggior parte dei sostenitor­i avversari: «La gente está un poco loca – scherza sui tifosi viola – e per le strade ci can- tano “Salutate la capolista”. È bellissimo. La gioia dei “poveri” è breve, giusto goderne».

VERTIGINI DA ETA’ Sousa chiede, ma Sousa dà. L’abolizione del ritiro prima della partite casalinghe per esempio, ha reso più felice il gruppo. Logico che poi guai a chi sgarra. Sulla musica da scegliere nello spogliatoi­o, invece, è guerra aperta. A volte vince il rock, altre il reggaeton, ma ogni tanto è tempo di musica balcanica. In campo poi non si scherza e le sedute sono dispendios­e soprattutt­o dal punto di vista mentale. «Il mister ci dice di credere in noi stessi e nelle nostre possibilit­à. Ci ripete che siamo forti e che possiamo battere chiunque». Niente paura quindi. Tranne che per una cosa. «Mi spaventa invecchiar­e – chiude Valero – quando ci penso ho le vertigini».

E IL PRIMO POSTO VIOLA

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ANSA Borja Valero, 30 anni, gioca con la Fiorentina dal 2012

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