La Gazzetta dello Sport

NUMERI DEL DUELLO IRIDATO Vale, ecco la tua pista: tre i titoli vinti a Sepang Ma c’è un tabù da sfatare

Sinora, quando il Dottore si è giocato il Mondiale alla gara finale, è sempre uscito sconfitto

- Massimo Brizzi INVIATO A PHILLIP ISLAND MARTEDÌ 20 OTTOBRE 2015

Numeri ed emozioni non vanno d’accordo. Non si può descrivere la palpitazio­ne del GP di Australia di MotoGP con le sole cifre. Il cuore di Iannone — rivedetevi 100 volte quel bisorpasso a Rossi e Marquez, non vi annoierete mai —; l’arcobaleno di «Por Fuera» Lorenzo, replicato due volte; il bisturi di Marquez all’ultimo giro o l’irriducibi­le risalita di Rossi prendono alla pancia. Numeri di alta scuola che hanno prodotto cifre interessan­ti. Utili a disegnare la fase finale di un Mondiale sul cui esito grava un senso di attesa e partecipaz­ione degno di Olimpiadi o Mondiali di calcio. «Il favorito in un GP poi cambia in quello successivo — dice Rossi —: i conti li faremo solo alla fine». Lorenzo, a 11 punti da Vale non è padrone del proprio destino perché due vittorie non gli darebbero certezze: «Vero — annuisce Jorge —, ma si possono verificare tante cose. In Australia temevo che lui potesse scappare, invece ora vado a Sepang sereno, è tutto aperto».

INIZIO JORGE Rossi ci crede, Lorenzo non molla: alcuni numeri aiutano a decifrare le ultime due tappe di una lotta serrata, senza margine di errore. Valentino continua a faticare in prova, arrabbiand­osi per «la strada sbagliata

presa al sabato dalla squadra, che ha accumulato ritardo». Questo è un atavico limite di Rossi, che nel 2015 in qualifica è 1-15 contro Lorenzo, e in tutte le sessioni dell’anno (le quattro libere, qualifiche e warm up) addirittur­a 16 a 80! D’accordo, è il GP che dà i punti ed è lì che il pesarese si concentra, ma ora suona l’allarme. «Il livello è troppo alto, se sbagli una sessione rischi di non recuperare», urla Vale. Che chiede più reattività di lavoro già nei primi giorni per non dover sempre rincorrere: il suo ritmo raggiunge il picco in corsa, quando conta. Talvolta però è tardi.

PROGRESSIO­NE VALE In gara Rossi-Lorenzo sono 8-8 (4-6 le vittorie, 14-10 i podi), ma il pesarese è sempre stato avanti in classifica, (anche se a Brno erano pari), e ha ancora 11 punti di margine. Vale si esalta nella progressio­ne e colpisce quando serve: i suoi soli 50 giri al comando pesano più dei 244(!) di Jorge, che spesso parte troppo forte per poi spegnersi sul traguardo. Phillip Island lo ha confermato: 23 dei 27 giri da leader, ma battuto da Marquez all’ultimo, quello che conta. Se Rossi ha una carburazio­ne lenta per poi entrare a regime, Jorge rischia spesso il fuorigiri. Sono i loro stili, difficili da cambiare, ma che stanno evidenzian­o dei limiti.

ANCORA MALESIA? Ora si va in Malesia, dove Rossi ha vinto più Mondiali che altrove: 3 su 9 (2003, ’ 05 e ’ 09, l’ultimo). Paradossal­mente per conquistar­e i campionati, Vale imita Lorenzo: le sue sono vittorie per distacco, mai allo sprint. Per tre volte il titolo l’ha vinto al penultimo GP, ma nelle altre sei ha chiuso i conti fra il terzultimo e il quintultim­o. Quando si è giocato la corona all’ultima gara l’ha infatti persa, con l’amaro epilogo di Valencia 2006 contro Hayden. Rossi è uno sprinter in gara che vince i titoli in progressio­ne, ma mai in volata. Lorenzo lo sa. E trema. O spera. Sepang e Valencia confermera­nno o spariglier­anno questi precedenti. Numeri gelidi, ma bollenti emozioni. Garantite.

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GETTY IMAGES Jorge Lorenzo in fuga a inizio GP d’Australia con Valentino Rossi e Marc Marquez in lotta alle sue spalle

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