La Gazzetta dello Sport

Giannelli di ferro «Non vedo l’ora di giocare sabato contro Modena»

19 anni, miglior regista d’Europa: «Abbiamo il rammarico per la semifinale con la Slovenia. Ma abbiamo meritato la sconfitta. Ho voglia di giocare: sono privilegia­to. Altri non hanno questa fortuna»

- Davide Romani INVIATO A SOFIA (BULGARIA)

A19 anni spesso si guarda all’estate pensando alla vacanza post maturità da fare con gli amici, alle prime zingarate in auto da neo patentati. E si pensa al futuro interrogan­dosi sulle scelte da fare. L’estate di Simone Giannelli è stata tutto fuorché quella di un 19enne normale. Da sorpresa dell’ultima finale scudetto, a riserva in World League di Dragan Travica prima di ereditarne le chiavi della regia (fin dalle finali della Lega Mondiale) e poi della Nazionale che nel frattempo era stata affidata a Gianlorenz­o Blengini. E alla sua esperienza subito due traguardi da incornicia­re. Una qualificaz­ione olimpica conquistat­a in Coppa del Mondo e una medaglia di bronzo all’Europeo conclusosi domenica in Bulgaria. «E’ stato tutto molto bello. Dalla World Cup dove abbiamo fatto una cavalcata straordina­ria a questo Europeo dove chi ha giocato con noi il torneo in Giappone non è arrivato in fondo».

Giannelli, una prima stagione in azzurro che si chiude positivame­nte.

«Direi di sì, c’è un piccolo rammarico per come è andata la semifinale con la Slovenia. Era una partita alla nostra portata ma quando giochi male è giusto che vincono gli altri».

Ma la reazione vista nella finale per il terzo posto è confortant­e.

«Siamo stati uomini! Abbiamo resettato la partita del giorno prima e siamo entrati in campo per vincere questo bronzo che ci fa onore».

Nemmeno il tempo di godersi la medaglia e il premio di miglior regista della manifestaz­ione che è già tempo di preparare una nuova finale. Sabato a Modena c’è già la Supercoppa.

«Non mi fermo mai. Questo è il bello di chi può permetters­i di fare il nostro mestiere. Mi diverto a giocare a pallavolo e non vedo l’ora che sia sabato. E spero che vada bene per Trento, la mia squadra».

Voglia di divertirsi che forse non si leggeva nei volti azzurri sabato nella «maledetta» gara contro la squadra di Giani. E il risultato ha rispecchia­to quello stato d’animo.

«Siamo partiti contratti e quando perdi poi fatichi a divertirti. Ma voltiamo pagi- na e pensiamo ad arrivare al meglio all’Olimpiade».

Un’Italia un po’ dottor Jekill e un po’ mister Hyde. Tra la semifinale e la finale per il terzo posto c’è stato un abisso. Qual è stata la

svolta?

«Ci siamo detti sempliceme­nte detti che quella con la Bulgaria per noi non era una finalina, ma una finale vera e propria. La giusta conclusion­e di un Europeo che volevamo finire con una medaglia».

Riposta la medaglia (e per lui anche il premio come migliore palleggiat­ore dell’Europeo), è tempo di tornare in campo con il suo club. Con Trento si appresta a vivere la sfida di Supercoppa Italiana contro la Dhl Modena, il remake dell’ultima finale scudetto. Come ci arrivate?

«Fiducioso e con tanta voglia di scendere in campo. Per giocare a pallavolo mi piace e spero sempre di vincere».

Sarà il primo impegno di una stagione particolar­e. Non sarà più Giannelli “lo sconosciut­o” ma sarà Simone, il miglior palleggiat­ore dell’Europeo. Tutti la studierann­o.

«Come è normale che sia. L’anno scorso ho giocato solo quattro partite. Quest’an-

le gare in cui è partito titolare in Superlega: il 10 maggio gara-3 scudetto in casa con Modena (30) e in gara-4 (quella scudetto) il 13 maggio a Modena (0-3)

giorni fa il suo esordio in campionato: al Pala De Andrè di Ravenna contro la Cmc (0-3) entrato nel terzo set a 17 anni, 2 mesi e 21 giorni

anni, 2 mesi e 2 giorni è stato il più giovane giocatore di tutto l’Europeo 2015. 1 mese e otto giorni i meno dello Slovacco Simon Krajcovic no sarà molto più difficile perché, oltre allo studio degli avversari, ci sarà anche più pressione. Ma non ho paura, voglio divertirmi e vincere».

Giannelli e Zaytsev premiati nel sestetto ideale dell’Europeo. Sono i punti di forza azzurri?

«Il punto di forza è la squadra, la capacità di riuscire a giocare insieme. Poi è ovvio che capita che Ivan va in battuta e tira quattro “bombe” e risolve tutto».

Nella sua voglia di giocare non manca il primo pallone da schiacciat­ore nel riscaldame­nto pre gara. All’Europeo non è andata benissimo.

«In Coppa del Mondo Juantorena mi alzava meglio il primo pallone. Anche prima della Bulgaria non sono riuscito a scaricare bene il pallone, peccato».

Una schiacciat­a che però in partita cerca di non farsi mancare. Con la Slovenia è arrivata un muro bruciante, con la Bulgaria un punto “da campetto”.

«Sono giocate che mi vengono di puro istinto e che faccio un po’ senza pensare. Non le provo, quando capitano provo a sfruttarle e spesso mi va bene...». Quando si dice il bello della gioventù: rischiare, osare. Manca ancora un altro gradino per portare questa Italia ancora più in alto.

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Simone Giannelli (sx) e Ivan Zaytsev premiati all’Europeo TARANTINI

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