BAYER, QUASI UNO SPAREGGIO A GARCIA SERVE DZEKO
Non è al top e Garcia deve decidere come usarlo, ma Edin ha un conto aperto col Bayer
La punta rientra dopo l’infortunio: il tecnico dovrà gestirlo al meglio I giallorossi si giocano buona parte del passaggio agli ottavi di Champions
Ci sono momenti in cui è la vita a metterci fretta. Una fretta che a volte fa a pugni con la ragione, con la prudenza, con quel Grillo Parlante che sussurra dentro di noi soprattutto quando c’è un Pinocchio interiore che avrebbe voglia di mandare nel Paese dei Balocchi ogni prudenza. Ecco, Edin Dzeko ieri ha masticato un pomeriggio più o meno così. A 25 giorni dalla distorsione al ginocchio destro che lo ha tolto di scena sia nella Roma che nella propria nazionale, il centravanti non ne può più di far da tappezzeria alla speranza giallorossa, che pure di lui avrebbe tanto bisogno. Due giorni fa, a Trigoria, ha fatto il primo allenamento vero, cioè con contrasti non simulati, e ieri — alla fine della rifinitura svolta nella BayArena di Leverskusen — l’attaccante e Rudi Garcia hanno discusso su quale potrebbe essere il suo impiego ottimale in vista di un match che ha già quasi il sapore dello spareggio qualificazione agli ottavi di Champions League. Il senso dei dubbi in fondo è chiaro: visto che Dzeko sembra avere nelle gambe un tempo e poco più, meglio rischiarlo dall’inizio oppure tenerlo come carta di riserva qualora alla Roma cascasse il mondo addossoso come è successo a Borisov? Una cosa è certa: il bosniaco è pronto. Si tratta di stabilirne peròerò le mo-modalità di utilizzo.
GARCIA FRENA Il fixingxing serale ieri era di ottimismoo modesto, anche perché lo staffaff medico non ha intenzione di correre al-alcun rischio col giocatoreatore che è stato un po’ il fiore all’occhiellol’occhiello della campagna acquistiuisti esti-estiva. Non è un caso, perciò,perciò, che Rudi Garcia racconticconti così lo stato di formama di Dzeko e Rüdiger — en-entrambi ex della Bunde-de- sliga — e tutti e due alla caccia di un posto da titolare: «Sono pronti entrambi, anche se forse non hanno i novanta minuti nelle gambe. Comunque, soprattutto per chi gioca in difesa il rodaggio serve meno». Come dire (al netto della pretattica che al francese piace parecchio) che l’attaccante forse potrebbe essere più impiegato come arma tattica a partita in corso piuttosto che dal primo minuto. Attenzione, però, perché in 24 ore possono succedere tante cose, e la tentazione Dzeko nel clan giallorosso è fortissima.
TEMPO DA LUPI D’altronde, il centravanti sa che col Bayer Leverkusen ha un conto aperto da tempo. Infatti, nonostante negli anni del Wolfsburg (dal 2007 al gennaio 2011) Dzeko sia stato un lupo biancoverde da 85 gol in 142 partite complessive — numeri che gli hanno portato in dote nel 2009 una storica vittoria nel campionato tedesco e il riconoscimento di miglior giocatore della Bundesliga, e nel 2010 il titolo di capocannoniere — il bilancio contro i rossoneri di Germania non è brillante, visto che in 6 match si è imposto solo una volta, pareggiandone uno e perdendone addirittura quattro. Quanto basta, appunto, per avere fretta di tornare in campo, anche perché se a inizio stagione gli avessero detto che dopo 10 partite ufficiali avrebbebe avutoavut all’attivo un solo gol e tante aassenze per infortunio, il gigante bosniaco avrebbe senz’altroz’altro scossos la testa con fastidio.dio. Ma tutto questo ora è il passato.sato. Il lupo di Wolfsburg adessoso ha cambiatoc maglia senza perdere neppure un briciolo di quella ffame che, da quando era un bambinobam di appena dieci anni,ni, lo poportò lontano dalla Bosnia per azzannareazz il calcio. Da quei giorni, tempo ne è passato parecchiorecchio, ma per Dzeko la fretta di emergereemer sempre la stessa. Il Bayer è avvisato: il lupo — sia pur feriferito — è ancora qui.