La Gazzetta dello Sport

ANSIA GARCIA, MAX E’ A CASA

- IL COMMENTO di Alessandro de Calò

Roma e Juve si scambiano le parti e anche qualche ansia davanti all’Europa che ritorna in campo. La Champions riserva sempre una fetta di verità importante da infilare nel cuore della stagione; ma – soprattutt­o per le squadre italiane – non è scontato che questa verità coincida con quella del campionato. Anzi. La Roma, per dire, è a un passo dalla vetta della A e domenica potrebbe essere davanti a tutti se dovesse battere la magnifica Fiorentina di Paulo Sousa.

Roma e Juve si scambiano le parti e anche qualche ansia davanti all’Europa che ritorna in campo. La Champions riserva sempre una fetta di verità importante da infilare nel cuore di una stagione; ma – soprattutt­o per le squadre italiane – non è scontato che questa verità coincida con quella proposta dal campionato. Anzi. La Roma, per dire, è a un passo dalla vetta della classifica di A e domenica potrebbe essere davanti a tutti se dovesse riuscire a battere la magnifica Fiorentina di Paulo Sousa. I gialloross­i sono partiti faticosame­nte, ma stanno prendendo il passo giusto, un passo in linea con la qualità dei giocatori allenati da Rudi Garcia. Ci aspettiamo molto da questa Roma, è arrivato il momento di cambiare definitiva­mente marcia. Non basta essere grandi con le big (Juve battuta, pari col Barça), serve anche affrontare nel modo giusto le squadre meno forti sulla carta e meno glamour per il pubblico come insegna la disarmante sconfitta rimediata col Bate Borisov. Nei due match contro il Bayer Leverkusen – che ha cancellato la Lazio da questa Champions – Garcia si gioca buona parte delle chance per qualificar­si agli ottavi.

Il quadro è un po’ triste, Pjanic e compagni sono il fanalino di coda di una classifica abbastanza corta. Questa sera devono superare l’ansia da Europa e i tabù che accompagna­no le loro trasferte in Germania per andare a vincere a Leverkusen. Questo Bayer ha poche cose in comune con lo squadrone di una decina di anni fa, ma sta recuperand­o tono e posizioni nella Bundesliga. Tre settimane fa al Camp Nou i rossoneri si sono arresi soltanto nel finale a Neymar e Suarez, dopo essere stati in vantaggio fino a dieci minuti dalla fine: vuol dire qualcosa. Con il fantasma di Antonio Conte che si aggira anche sulla sua panca, Garcia entra a piedi uniti in una settimana calda: deve scoprire le carte per farci capire se la sua Roma è all’altezza di quello che ci aspettiamo. Il magic moment di Pjanic, la vena di Florenzi e il ritorno di Dzeko possono illuminare il percorso.

Decisament­e meno calda, invece, è la temperatur­a che misura la Juve nella previgilia del match col Borussia Moenchengl­adbach. Uscito indenne dal faccia a faccia con l’Inter, Max Allegri trasloca i suoi sul fronte europeo dove – come succedeva al Milan di Ancelotti e Kakà – la Juve si sente a casa. Anche qui c’è un simpatico scambio delle parti. Fino a un paio di anni fa i bianconeri perdevano forza e potere in Champions. Adesso ci guadagnano, come ha ammesso ieri il buon Bonucci, parlando di ansia da prestazion­e per spiegare le difficoltà in campionato dopo la partenza flop, rispetto al volo in coppa oltre agli ostacoli di Siviglia e Manchester City. Liquidare il Gladbach, domani sera, vorrebbe dire che il più è fatto. Portarsi avanti in Champions permettere­bbe alla Juve di concentrar­si sulla rincorsa da fare in campionato nella scia di Fiorentina, Inter e Napoli per non parlare della Roma. Tutto resta molto fluido, anche in Europa. Il potere dei club che hanno dominato la scena negli ultimi anni è messo in discussion­e da questo inizio stagione. Il Barça, senza Messi, non è più quello del Triplete, il Real è in rodaggio, il Chelsea si è avvitato sui suoi limiti, il Psg si porta dietro le solite incognite (occhio al test di domani tra Ibra e Ronaldo). Nessuno sembra imbattibil­e, a parte il Bayern di Pep Guardiola. Stasera il vecchio Arsenal dovrà dirci se i bavaresi restano l’unica eccezione.

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