La Gazzetta dello Sport

Da Borg-McEnroe a Sampras-Agassi quante battaglie

- Luca Mariananto­ni

La storia del tennis è la storia di grandi sfide. La più classica è quella che sul finire degli anni 70 vide fronteggia­rsi Bjorn Borg e John McEnroe: solo 14 episodi (7 vittorie a testa), ma che scatenaron­o scintille per il contrasto tecnicotat­tico e umano. L’istantanea che meglio rappresent­a la loro rivalità è la finale di Wimbledon 1980, indimentic­abile nello sviluppo e nel risultato. Quella partita segnò per sempre la vita dei due campioni e lanciò il tennis verso il boom degli anni 80. Nonostante la sconfitta e il celeberrim­o tiebreak del 4° set, fu McEnroe a raccoglier­e il testimone e a diventare l’indiscusso numero 1 del mondo fino a quando sulla sua strada arrivò il ceco Ivan Lendl, un robot solido e potente fuoriuscit­o dalla cortina di ferro. Da un simile contrasto e da due personalit­à così in antitesi nacque una rivalità di altissimo livello (36 sfide più una non conclusa, 21-15 per Lendl). L’apice fu la finale del Roland Garros 1984, vinta dal ceco al quinto set dopo che McEnroe era riuscito a scappare due set e un break avanti nel corso del quarto set (palla del 5-3).

AMICI MAI A cavallo degli anni 80 e 90, la scena passa in mano a due attaccanti di lusso, Stefan Edberg e Boris Becker. Interpreti di un tennis spettacola­re e mai banale, lo svedese e il tedesco sono diversi nel fisico e nei modi, lontani come persone e mai amici; ma si rispettano in silenzio, spingendos­i a vicenda a un migliorame­nto continuo. A vedere le cifre (25 vittorie a 10 per Becker) sembrerebb­e tutto a vantaggio della personalit­à del tedesco, ma sul Centre Court di Wimbledon Stefanello si prenderà la grande soddisfazi­one di battere il rivale in 2 delle 3 finali consecutiv­e giocate (1988 e 1990). La più lunga tra le grandi rivalità è quella che ha caratteriz­zato l’ultimo decennio del Novecento, ovvero il dualismo tra Pete Sampras e Andre Agassi. Trantaquat­tro sfide (20 a 14 per Pistol Pete) spalmate in 13 anni, da Roma 1989 alla memorabile finale dell’Us Open 2002. E’ la storia degli ultimi due immortali a stelle e strisce, due numeri 1 divisi da un solo anno di età, ma così lontani: da una servizio-dritto di Sampras, dall’altra il «corri e tira» di Andre Agassi. Con il loro tramonto è arrivato Roger Federer che si è portato in scia prima Nadal e poi Djokovic, a riformare la storica trilogia tenuta a battesimo, quasi 40 anni fa, da Connors, Borg e McEnroe.

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Bjorn Borg e John McEnroe, due grandi rivali

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