La Gazzetta dello Sport

Wojciech il salvatore Finalmente porta chiusa «Tifosi, ora sorridete»

Roma dopo 27 gare non prende gol in Europa. Il polacco: «Non sono mai sparito»

- Andrea Pugliese ROMA

Alla fine sembrava quasi una partita di ping pong. Le parate di Szczesny all’Olimpico, quelle di Ter Stegen a Leverkusen. In mezzo la qualificaz­ione della Roma agli ottavi di finale a cinque stagioni di distanza dall’ultima volta (2010-11). E se stavolta non c’era il Barcellona di cui tessere pubblicame­nte le lodi, magari a fine partita Szczesny avrà gioito anche per la qualificaz­ione dell’Arsenal. Ma pazienza, basta quello che ha fatto in questa scialba serata per riprenders­i tutto quello che proprio il Bate gli aveva tolto a fine settembre. La sua crisi era iniziata proprio lì, nella sfida d’andata, in quella serata di Borisov in cui alla fine il portiere polacco ammise candidamen­te a Garcia: «È inutile analizzare una sconfitta in cui gli errori del portiere sono stati così netti » . Ieri di errori Wojciech non ne ha commessi, anzi. Con un paio di parate stratosfer­iche ha respinto il Bate Borisov e spedito agli ottavi la Roma. E alla fine quella partita di ping pong è come se l’avesse vinta.

SORRISI E PARATE Quel 29 settembre Szczesny uscì frastornat­o da Borisov. Altri tempi, al- tre sensazioni. Molto diverse da quelle di ieri, quando Szczesny a fine gara guardava divertito quella parata mostruosa su Gordeichuk. «È vero, mi sono divertito a rivederla – dice il polacco –. Per i portieri è così: a volte le cose non vanno bene e non puoi dire niente, quando invece sei decisivo te le puoi godere». Come l’Olimpico si è goduto soprattutt­o lui, molto meno la sua Roma. «Cosa non va? All’inizio facevamo molto bene in fase offensiva ed eravamo meno buoni in quella difensiva. Ora, invece, controllia­mo meno il gioco ma siamo meno pericolosi. Ma sono sicuro che con Garcia troveremo l’equilibrio giusto».

LA RIVINCITA E allora meglio guardare le cose positive, quelle poche che ieri sono apparse all’Olimpico. Tra queste, la più bella è stata proprio Szczesny. Dopo i sei gol di Barcellona Garcia lo ha messo fuori, preferendo­gli De Sanctis. Forse per una sigaretta di troppo, forse per quei compliment­i a fine gara al Barça, molto più probabil-

Szczesny, 25 anni, ha subito 6 tiri effettuand­o 2 parate e 6 rinvii dal fondo mente per dargli un segnale. Di certo, non per i 6 gol perché non ci fosse stato Wojciech, al Camp Nou sarebbero stati anche di più. «Ma io non sono mai sparito, anche se prendere 6 gol non è bello e non lo può essere mai – continua il polacco – Ma cerchiamo di goderci questa qualificaz­ione, che a conti fatti è la cosa più importante di tutte». Anche se poi la gente non la pensa proprio così, visto il fiume di fischi finali abbattutis­i sulla Roma. «I tifosi hanno il diritto di sentirsi frustrati, di aspettarsi uno spettacolo migliore di quello che gli abbiamo offerto. Ma magari a casa, a mente fredda, tutti saranno più felici». Di certo lo è lui, che si è messo da parte tanti brutti pensieri. A cominciare da quella serataccia di Borisov. Poi se a giugno tornerà all’Arsenal pazienza. Nel frattempo, intanto, ha messo fine alla striscia negativa dei gialloross­i, che in Europa prendevano gol da 27 partite consecutiv­e. E riportato la Roma tra le prime 16 d’Europa.

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ANSA Wojciech Szczesny, 25 anni

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