Rebus Juventus Questo Morata dove lo metti?
Lo spagnolo giocava a memoria con Tevez, ora fatica a trovare la posizione e segnare
non si segna nemmeno con le mani.
I PROBLEMI È difficile capire cosa sia accaduto a questo ragazzo che solo sei mesi fa Andrea Agnelli incoronò «giocatore più determinante della Champions». In piena estate ha avuto un problema muscolare che ha compromesso l’inizio di stagione. Poi Alvaro è rientrato in squadra, ha segnato tre gol (due pesantissimi in Champions: il definitivo 2-1 di Manchester e il momentaneo 1-0 allo Stadium contro il Siviglia), ma non si è mai espresso sugli ottimi livelli della primavera scorsa. Nel dicembre del 2014 era arrivato a quota 4, quindi non c’è molta differenza, però dodici mesi fa Alvaro era un giovane promettente che stava studiando la Juve e il calcio italiano. Adesso è una stella sui cui gol i bianconeri puntano molto: sono cambiate le prospettive e le attese. Tra le cause del suo appannamento ce ne sono un paio più importanti di altre. La prima è tattica. L’anno scorso la Juve andava a memoria e Morata si integrò alla per- fezione con Tevez. In questa stagione Allegri ha alternato il 4-3-3 e il 4-3-1-2 prima di tornare stabilmente al 3-5-2. Come attaccante esterno Alvaro fatica, anche se ha facilità di corsa. Quando gioca in coppia con Mandzukic deve allargare il raggio d’azione. Con Dybala possono scambiarsi le posizioni, ma da quando la Juve ha ritrovato solidità e risultati tornando al 3-5-2 Morata è rimasto a guardare i compagni. Proprio le tante panchine (quattro di fila prima di Siviglia) costituiscono l’altra principale causa della crisi: Alvaro ha perso fiducia, si sentiva importante per la Juve e all’improvviso si è visto scavalcare dai due nuovi acquisti. Così quando gioca vuole fortissimamente segnare e questo lo condiziona: due errori con il City e due con il Siviglia. In condizioni normali sarebbero stati probabilmente quattro gol, invece il momen-
taccio continua.
DETERMINANTE Allegri con lui alterna carezze e bastonate. L’ha rimproverato per i calzini cambiati in campo a Möenchengladbach, ha sottolineato che in campo a volte è troppo giocherellone e non ha l’istinto-killer di Dybala, però è sempre pronto ad applaudirlo per il lavoro a favore della squadra e a perdonarlo per gli errori di mira. Resta il fatto che per proseguire la rimonta-scudetto e inseguire il sogno-Champions, la Juve ha bisogno di ritrovare in fretta Morata. Quello vero.