Quagliarella, il Toro aspetta i gol per quota 30
8 punti in 4 gare ma il bomber è all’asciutto da quasi 3 mesi. Intanto Belotti si è sbloccato e Maxi Lopez scalpita...
Va bene il risveglio di Belotti, che si è sbloccato contro il Bologna; e va bene pure lo sgomitare di Maxi Lopez che ha chiesto a gran voce a Ventura un posto da titolare. Ma il Toro continua ad aspettare il suo Godot, che di nome fa Fabio Quagliarella: il bomber granata cerca invano la via del gol, un digiuno che pesa ancor di più per un attaccante che ha il gol nel sangue. Il centravanti partenopeo non segna dallo scorso 20 settembre, quando firmò la doppietta che valse il 2-0 sulla Samp. Quello fu il suo momento, l’apice della forma, tant’è vero che grazie ai quattro gol realizzati nelle prime quattro giornate di campionato, Quaglia si meritò anche la convocazione in Nazionale. «Il gol agli attaccanti manca sempre, quando non si segna da un bel po’ come sta capitando a me, però ho l’esperienza giusta per viverla con serenità – ha detto il bomber sabato prima di sfidare la Roma -. Spero che la rete, quando arriverà, possa essere decisiva; in ogni caso, abbiamo vinto tre partite consecutive fra campionato e Coppa Italia anche senza i miei gol». Stavolta, poi, Quagliarella avrà una motivazione in più, perché contro il Sassuolo ha segnato soltanto una volta, e per giunta su rigore. Era lo scorso 19 aprile a Reggio Emilia, e il precedente è gustoso visto che quel gol caricò a molla l’attaccante granata che la settimana successiva appose la firma definitiva sullo storico 2-1 alla Juve. Quello era un Quagliarella che aveva ripreso dimestichezza con il gol dopo un inverno difficile: anche un anno fa di questi tempi, infatti, Fabio Quagliarella, 32 anni, seconda stagione in granata. Andrea Belotti, 21 anni, è arrivato in estate dal Palermo. Maxi Lopez, 31 anni, ha segnato 16 reti con il Torino il bomber era a secco. Aveva spento la luce a metà ottobre, la riaccese improvvisamente in campionato a metà gennaio, nella trasferta di Cesena, dopo novanta giorni di astinenza, interrotta in ambito europeo soltanto dal gol di Helsinki in Europa League. Stavolta, però, si tratta di dare un mano al Toro che ha 22 punti in classifica e che vuol innestare il turbo: non è irraggiungibile l’obiettivo di concludere il girone di andata a quota 30 punti, a patto per di cambiare marcia da subito. Alla boa mancano quattro partite, e dunque contro Sassuolo, Udinese, Napoli e Empoli vorrebbe dire correre alla media di due punti a partita.
IMPRESCINDIBILE Nonostante il letargo, Quaglia rimane imprescindibile nei disegni tattici di Ventura: «Fabio per noi è un giocatore importante che, come tutti, può avere dei momenti sì e qualche momento no – se lo coccola il tecnico granata -. Come guarisce? Semplice, con un gol e con quella scintilla che gli faccia dire: io sono Quagliarella e vi faccio vedere di cosa sono capace. E poi il Toro ha bisogno di tutti», compreso Martinez, che ieri invece è rimasto a letto bloccato da un attacco influenzale. E se nello spogliatoio granata il teorema della forza del gruppo vale sempre, in questa fase vale di più. Perché subito dopo la sfida contro il Sassuolo, il Toro affronterà il derby di Coppa Italia allo Juve Stadium con tanta fame. L’ultima volta che si giocò in Coppa la stracittadina, fu nella semifinale del ‘93: passarono i granata che poi andarono a vincere il trofeo piegando in finale la Roma. Stavolta servono gol pesanti, Quaglia è avvisato.