La Gazzetta dello Sport

Il coach fantasma

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Schiacciat­a di Festus Ezeli, centro di riserva dei Warriors, durante la vittoria in casa di Indiana di martedì notte. Luke Walton con papà Bill, 63 anni, due volte campione Nba (Portland 77, Boston ‘86). Luke contro Rondo nelle finali 2010 di John Wooden che arrivò a 88 successi in fila. Ma il dna di allenatore Luke lo ha ereditato non dal padre ma proprio da quel signore con 11 anelli alle dita a cui lo ha paragonato (come giocatore) Kobe. Sotto la guida di Jackson ai Lakers, Walton Jr. ha disputato 4 finali Nba, vincendone 2. Dopo essere stato a un passo dall’affiancare Derek Fisher ai Knicks, decise invece di restare sulla costa preferita, come assistente di Kerr. Come sole esperienze da tecnico prima di arrivare ai Warriors, Luke aveva una breve parentesi alla guida dei Los Angeles Defenders di D-League e una da stagista alla University of Memphis durante il lockout del 2011. «Non avevo mai pensato di allenare – ha raccontato lui in una recente intervista al sito della Cbs – Ma quando Phil mi ha invitato ad assistere a una riunione prepartita visto che ero fermo per problemi alla schiena, mi si è spalancato un mondo. L’apertura mentale a nuove esperienze me l’ha insegnata papà. Ci ha sempre detto di essere umili e di non concentrar­e mai tutti i nostri sforzi su una cosa sola».

CURIOSA La situazione in casa Warriors è quantomeno curiosa. Vero che Walton si sente quotidiana­mente con Kerr («Non rispondo quasi mai al cellulare – dice lui – ma quando vedo il suo numero non lo lascio squillare molto»), il quale è comunque presente alle partite casalinghe, anche se non va in panchina e che le redini della difesa sono saldamente in mano a Ron Adams così come quelle dell’attacco a Jarron Collins, ma alla fine le decisioni le prende lui. E con una lunga stagione davanti, tra poco dovrà anche capire quando sarà arrivato il momento di far fiatare le sue stelle, alla faccia della striscia. Ma la cosa che più conta, per i giocatori, è l’atteggiame­nto col quale ogni giorno Luke approccia il lavoro. «Non ha mai cercato di snaturarsi» ha spiegato Andrew Bogut. «E’ lo stesso di quando faceva l’assistente» gli ha fatto eco Green. Quando Kerr tornerà (presumibil­mente tra non molto tempo), Walton tornerà a fare il vice. Con zero vittorie in curriculum. Ma con una grande esperienza alle spalle, che in un futuro non lontano gli varrà una panchina tutta sua nei profession­isti.

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