Col Cedevita nell’arena del mito Petrovic
Gazzetta lo soprannominò Mozart dei canestri e ora c’è anche il suo primo libro italiano
Chi ha una cinquantina d’anni, e ha sempre amato la pallacanestro, ricorda bene Drazen Petrovic. E si emozionerà ripercorrendo la sua storia nel racconto di Stefano Olivari intitolato «Gli anni di Drazen Petrovic» (Indiscreto, 235 pagine, 20 euro). Chi lo ha visto e vissuto da tifoso della sua squadra se n’è innamorato. Chi lo ha visto da avversario lo ha spesso detestato per il suo modo di fare ma, amando la pallacanestro, non ha potuto non ammirarlo. I tifosi dell’Olimpia non dimenticano il pugno che Mike D’Antoni gli rifilò al Palalido in un Simac-Cibona di Coppa dei Campioni nel 1986. Poche settimane prima, a Zagabria, Drazen aveva segnato 47 punti con 19 su 25 al tiro. Quel pugno era anche la risposta alle esultanze esasperanti e irridenti con cui era solito esibirsi.
TESTIMONI Il libro è il primo in Italia sul Mozart dei canestri, come lo definì Enrico Campana sulla Gazzetta. Si struttura in quattro parti: Jugoslavia, Europa, America, Testimoni. Nella prima parte, Drazen cresce a Sebenico, porta la sua squadretta ai vertici nazionali, e poi vince tutto a Zagabria, nel Cibona. Il palasport della città croata, dove giocherà Milano oggi contro il Cedevita, è a lui intitolato. In Europa, vince Coppe, domina, gioca una stagione al Real Madrid e splende in nazionale. In America, arriva a Portland, viene dimenticato in panchina, e si afferma nei Nets allora nel New Jersey. La morte a 29 anni, in un incidente stradale il 7 giugno 1993, ne ferma la crescita anche in quella Nba ancora scettica nei confronti dei non americani. I testimoni sono Neven Spahija, amico di Drazen fin da bambino e oggi nello staff di Atlanta in Nba, Boscia Tanjevic che lo ha visto in campo sin dagli esordi, Sergio Tavcar che lo ha raccontato nelle telecronache su Capodistria e il fratello Aco Petrovic, suo unico mito e punto di riferimento cestistico. La pallacanestro per Drazen era tutto ma nella sua vita, e nel libro, c’è anche la storia della Jugoslavia che si disfece in quegli anni.