La Gazzetta dello Sport

COMPLEANNO Il Giaguaro compie 70 anni «Niente festa, devo lavorare»

Luciano Castellini, uno scudetto e una Coppa Italia con il Torino, due volte sulla panchina nerazzurra, alleva i giovani portieri: «Felice di essere un esempio»

- Matteo Brega

«Ma quale festa, oggi sarò sul campo a testare un ragazzo a Interello. Poi questa sera si cena con la famiglia». Luciano Castellini all’anagrafe comunale, «il Giaguaro» all’anagrafe del calcio, festeggia oggi 70 anni. E lo farà senza scomporre la sua vita da non-protagonis­ta. Lui che ha vinto uno scudetto e una Coppa Italia con il Torino, lui che è stato un’icona del Napoli, lui che in Nazionale è stato il vice di Dino Zoff, lui che dal 1988 cura e scopre talenti per l’Inter in porta. Da Walter Zenga a Gianluca Pagliuca fino a Julio Cesar, sono passati tutti dalle sue attenzioni. E adesso si occupa dei portieri del settore giovanile nerazzurro.

Lei è un simbolo dell’Inter senza aver mai vestito la maglia dell’Inter: come si fa?

«Sono sempre stato interista. A casa mia a Menaggio, sul lago di Como, ero il vice presidente dell’Inter Club locale. Giocavamo anche il torneo dell’oratorio con quel nome. Poi l’Inter mi diede l’opportunit­à di entrare nella famiglia e io la maglia nerazzurra me la sento addosso».

Massimo Moratti la mise anche in panchina...

«Sapeva che ero uomo di società, apprezzava sempre se anteponevi l’Inter a tutto il resto. Ma sapeva anche che io ero di passaggio, era un ruolo che non faceva per me, non sarei mai stato pronto. Ancora adesso quando ci troviamo, quasi quasi parliamo in dialetto».

Meglio il lavoro con i giovani portieri?

«Sono felice di essere un esempio per i giovani: se vogliono i miei consigli sono pronto. E la sera quando tornano a casa mi piacerebbe se parlassero ai loro genitori di me come un nonno o uno zio che li allena. Facciamo un lavoro molto deli-

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