Lazio senza pace: il letame degli ultrà, l’ultimatum a Pioli
Contestazione contro la squadra e Lotito E lunedì con la Sampdoria il tecnico si gioca il posto
Il tempo di tornare in Italia ed ecco che per la Lazio è svanita in un’istante la serena atmosfera di Europa League, dove la squadra di Pioli non sbaglia un colpo. Per far posto a quella cupa, tendente al tragico, di campionato, dove invece il rendimento dei biancocelesti è da retrocessione da un mese e mezzo a questa parte.
CONTESTAZIONE Una realtà che i laziali riescono a mettere da parte quando si affacciano in Europa (è accaduto anche giovedì a Saint Etienne), ma che poi si ripresenta in tutta la sua drammaticità una volta esauri- ta la parentesi europea. E’ successo di nuovo ieri mattina, con l’aggiunta, per nulla piacevole, della pesante contestazione di un centinaio di tifosi. Gli ultrà della curva nord si sono presentati presso i cancelli del centro sportivo di Formello poco prima di pranzo, mentre la squa- dra era all’interno della struttura, dove si trova in ritiro (momentaneamente interrotto solo dalla trasferta francese) da una settimana. I giocatori non hanno visto i tifosi, ma l’eco dei cori è giunta alle loro orecchie. Gli ultrà non si sono però limitati a questo. Hanno anche lasciato davanti alla porta d’ingresso del centro sportivo una decina di sacchi di letame e srotolato due striscioni, il primo rivolto al presidente («Lotito te stai a magna tutto, magnate anche questa») e il secondo ai giocatori («Nella merda volete farci affogare, ma prima ve la facciamo mangiare»). Inevitabile accostare la contestazione di ieri a quella andata in onda la settimana scorsa qualche chilometro più a sud di Formello, quando gli ultrà romanisti fecero trovare una cinquantina di chili di carote all’ingresso di Trigoria con l’invito rivolto ai giocatori giallorossi «buon appetito, conigli».
TUTTI CONTRO TUTTI La situazione della Lazio è altrettanto tesa. Perché il brutto momento attuale si inserisce all’interno dell’ormai decennale braccio di ferro tra ultrà (più buona parte del resto della tifoseria) e Lotito. Non a caso il patron resta sempre il bersaglio numero uno di qualsiasi contestazione. Compresa quest’ultima. Ma, oltre che per questo, la situazione è seria perché a Formello si respira ormai da settimane un’atmosfera da tutti contro tutti. Società contro Pioli, squadra non più in sintonia con l’allenatore e giocatori in conflitto tra loro. Una Lazio senza pace, insomma, nella quale si fa fatica a capire in che modo si possa uscire dalla crisi. A differenza dei tifosi, che lo hanno tenuto fuori dalla contestazione, la società ha messo sul banco degli imputati Pioli. Il tecnico è stato a un passo dall’esonero dopo il k.o. con la Juve, poi gli è stata concessa un'ulteriore chance che si giocherà lunedì nel match con la Sampdoria. Ma intanto, e anche in virtù di questa delegittimazione societaria, si è acuita la distanza tra spogliatoio e allenatore. L’anno scorso il gruppo era granitico e non c’era giocatore che (anche privatamente) non parlasse bene dell’allenatore. Oggi si fa fatica a trovarne uno che creda ancora ciecamente in lui. Ma pure nei rapporti interpersonali tra giocatori la situazione non è migliore. Gelosie, innescate prevalentemente dalla errata gestione della scelta del nuovo capitano, ma anche malumori personali (specie di chi sognava di essere ceduto) hanno aperto delle crepe all’interno dello spogliatoio. Il redde rationem, però, è vicino. Ha una data, quella di lunedì. Ultima chiamata per Pioli (Guidolin e Brocchi i favoriti per l’eventuale successione), ma più in generale ultima possibilità di rimettere insieme i cocci di un ambiente sull’orlo della disgregazione.