La Gazzetta dello Sport

Ballardini: «Gara decisiva forse soltanto per me...»

- Giulia Guglielmi

Era il 2006, e al gioco di «chi ruberesti all’altro» Zamparini rispondeva: «Stellone, senza dubbio. È un attaccante forte, completo e micidiale. Lo volevo già portare al Palermo quando giocava con il Napoli». E quando, a quel Palermo, Roberto fece tre gol in due partite. Chissà cosa ne pensa adesso Zamparini dello Stellone allenatore. Perché il piatto caldo oggi verrà servito in panchina. Non è chiacchier­a da bar l’idea che – in caso di sconfitta – l’era del Ballardini-bis a Palermo possa tramontare. E non fa finta di nulla neppure il protagonis­ta della storia, che ieri in conferenza ha giocato a carte scoperte: «Ci aspetta una partita importante contro il Frosinone, ma non fondamenta­le. Poi se è fondamenta­le per l’allenatore è un altro discorso...». Della serie: la stagione non si declina domani, il mio futuro prossimo sì. L’asso, però, Ballardini l’ha mostrato verso la fine: «La testa conta. E conta a tal punto che ho chiesto ai giocatori se dopo cena stasera (ieri, ndr) avrebbero preferito tornare a casa». I giocatori hanno “visto”, declinando l’invito. E dicendo che no, è meglio stare assieme. «Questo per dire come la viviamo e come penso che vada vissuta», ha chiuso poi il tecnico rosanero. Che più del 4-31-2 vorrebbe forse allenare il modulo della normalità. Per risollevar­e, insieme alla classifica, anche l’umore. Cosa a cui starà ben attento il Frosinone, come pianifica Stellone alla vigilia: «È chiaro che il Palermo ha dei problemi, e noi cercheremo di approfitta­rne».

E RUMIGNANI... Futuro (quello di Ballardini) e però anche passato (quello tra Palermo e Frosinone). Che si legge nelle pagine dell’almanacco 1988-89, fino a oggi prima e unica stagione in cui si è ambientata questa partita. I tabellini di allora sorridono a Ballardini: all’andata finì 0-2, ritorno 1-0. Con una firma per parte di Gaetano Auteri, oggi in panchina al Benevento. Poi chissà che Ballardini non possa trarre spunto oggi dalle parole che il collega Rumignani pronunciò dopo la gara d’andata: «Non voglio dire nulla. Vorrei che fossero i ragazzi a parlare e a spiegare questa vittoria, attraverso le loro dichiarazi­oni potrò anche capire in che maniera impostare il lavoro futuro».

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