Barbara attacca «Milan, lo stadio era il futuro Che delusione»
«Era un sogno, forse mi sono spinta troppo avanti. Non possiamo restare ancora fuori dalla Champions»
Padrona di casa, ovviamente. Per due motivi: il primo per questioni di proprietà spicciola, dal momento che la sua famiglia controlla oltre il 99 per cento del club. Il secondo, più personale, è che ieri a Milanello era giornata dedicata agli sponsor, quindi iniziativa di carattere commerciale. Ovvero l’area di sua competenza. Si sa, al Milan i due amministratori delegati rimarcano ogni volta che possono la distinzione fra gestione del settore sportivo e commerciale, in modo da non generare equivoci. Dunque ieri è stata Barbara Berlusconi a fare gli onori di casa ( più un’occasione per scambiarsi gli auguri, che di effettivo lavoro) con un’altra dozzina di sponsor rossoneri. E a metà pomeriggio, quando papà e gli ospiti hanno lasciato il centro sportivo, la terzogenita di Silvio si è intrattenuta un po’ coi giornalisti.
SOGNO Era la prima volta che accadeva dopo l’amaro finale del progetto stadio al Portello e, insomma, era importante capirne l’umore e i pensieri. Barbara non ci ha girato per nulla intorno ed è stata decisamente sincera: «E’ stata una delusione grande, quell’impianto avrebbe dato una svolta importante, ci ho lavorato per due anni – ha detto l’a.d. rossonero –. Era un sogno, forse mi sono spinta troppo avanti. Ma per motivazioni diverse abbiamo cambiato strategie. Ora siamo nel nostro caro e vecchio San Siro: migliorare si può, però ricordiamoci che è più difficile ristrutturare uno stadio che costruirne uno nuovo. Parliamo di una costruzione storica, protetta da molti vincoli. Se ho dei costi, devo anche avere dei rica- vi che me li giustifichino, e non è detto che si riesca. L’idea di un nuovo impianto comunque non è archiviata, ma nel caso non sarebbe sui terreni Expo».
FIDUCIA Amarezza comprensibile, dal momento che la nuova sede e il nuovo stadio erano i suoi progetti più importanti dal giorno della nomina nel club rossonero. Lady B ha poi anche parlato delle aspettative a carattere sportivo (a cui le dinamiche commerciali ovviamente sono legate a doppio filo): «Non possiamo permetterci di rimanere ancora fuori dall’Europa o dalla Champions. Ma per ripartire occorre un po’ di tempo. Certo, poi ci sono le solite tensioni che ci sono in ogni azienda, ma in generale c’è un bel clima, vedo impegno e giocatori motivati. Piange il cuore a ogni risultato non positivo, ma siamo fiduciosi. E complimenti a Filippo Galli per come sta gestendo molto bene un settore giovanile importante » . Chiusura sulla politica sportiva, con un concetto che dà la sensazione di rispolverare antichi dissapori: «Non condivido alcune politiche della Lega, che negli ultimi anni hanno dimostrato di indebolire la Serie A e non stanno valorizzando il potenziale di questo sport. Basta vedere i trascorsi degli ultimi 15 anni, come è stato promosso il calcio, il rapporto con la politica: il calcio e lo sport non sono considerati dalla politica che è intervenuta su Lega e federazioni».