La Gazzetta dello Sport

Parigi, ore 18: Italia mina vagante

2ª fascia, temiamo (ricambiati) le 4 grandi: Spagna, Germania, Francia e Belgio

- Fabio Licari INVIATO A PARIGI

Un pericolo si aggira per l’Europeo: l’Italia. Sorprenden­temente in seconda fascia per un pugno di punti – e non è detto che Inghilterr­a e Portogallo teste di serie siano più forti – gli azzurri sono l’avversario che tutti vogliono evitare in questo Europeo dei record. La storia comincia nel 1960 sempre in Francia, un cerchio che si chiude: due città (Parigi e Marsiglia) e quattro finaliste dai nomi vintage (Urss, Jugoslavia, Cecoslovac­chia e Francia). Le fasi finali hanno poi moltiplica­to le pretendent­i: 8, 16, infine 24, più del Mondiale ‘78. Non è l’unico primato: il montepremi raggiunge 301 milioni, i soldi per le Nazionali aumentano (minimo 8, massimo 27 per i campioni) e rischia di non esserci il monumento nazionale Michel Platini. Infine sarà la pri- ma fase finale al tempo del terrorismo: il vero spettro che si aggirerà per l’Europeo è l’Isis, la prima preoccupaz­ione sarà la sicurezza. Ma poi si giocherà, finalmente, a pallone. E parleranno Ronaldo, Lewandowsk­i, Iniesta, Ibra, Hazard, Muller, si spera Eder e Pellè.

PRIMO ATTO Quello di oggi al Palazzo dei Congressi di Parigi, dopo una serie di controlli mai visti, è comunque il primo atto del torneo, non una semplice formalità. Perché la distribuzi­one delle nazionali nelle quattro fasce – grazie al ranking Uefa – promette incroci squilibrat­i (e quindi bellissimi per emozioni e spettacolo). Un gruppo con Germania, Italia, Polonia e Galles è da brividi; uno con Inghilterr­a, Ucraina, Ungheria e Nord Irlanda, da qualificaz­ioni. Ma il punto è questo: se si qualifican­o 24 nazionali su 53 (il 45%), qualche concession­e al valore tecnico è inevitabil­e. Noi siamo in seconda fascia e qualche rischio in più possiamo metterlo in conto.

CHI PRENDERE Conte si ritrova una prima fascia sfiorata e persa per un niente: immaginiam­o preferirà evitare Spagna e Germania, ricambiato naturalmen­te, e anche Francia (padrona di casa) e Belgio (benché l’amichevole di novembre, loro squadra fatta e finita, noi in costruzion­e, abbia spiegato che possiamo competere). Molto meglio l’Inghilterr­a e il Portogallo. Nella terza fascia l’oggetto del desiderio è l’Ungheria assente dal ‘72. Il peggio la Polonia di Lewandowsk­i e la Rep. Ceca, meglio diffidare di Ibrahimovi­c e della Slovacchia che ci escluse in Sudafrica. Infine l’ultima fascia: il Galles di Bale il peggior cliente, l’Albania e l’Islanda hanno fame di gloria, le due irlandesi sembrano auspicabil­i.

REGOLE E RIPESCATE Alla fine è preferibil­e trovare una testa di serie forte e le altre così così, perché passano le prime due. Anzi, tre. La fase finale a 24 obbliga al ripescaggi­o delle 4 «migliori terze», come ci accadde a Usa 94: non passare sarebbe un suicidio senza attenuanti. Un gruppo fantastico sarebbe Portogallo, Ungheria e Nord Irlanda. Quello complicato con spagnoli, polacchi e gallesi.

SEMPRE SORPRESE Storicamen­te l’Euro non è il nostro torneo: vinto solo nel ’68, sfiorato nelle finali 2000 (Francia) e 2012 (Spagna). D’altra parte la sorpresa è frequente, se pensiamo alla Danimarca (1992) e alla Grecia (2004). Solo 8 Nazionali hanno vinto il Mondiale in 20 edizioni, mentre nelle 15 fasi finali dell’Euro si sono alternati in 9. E solo alla Spagna è riuscito il bis consecutiv­o 2008-12: vincere ancora sarebbe incredibil­e. Sono tanti però gli interrogat­ivi, dalla tenuta delle grandi al valore delle de- buttanti (Islanda, Albania, Slovacchia, Galles, Nord Irlanda). Chi sarà la sorpresa 2016? E qualcuno potrebbe anche chiedersi come l’Olanda di Robben sia rimasta fuori, superata da cechi, islandesi e turchi.

UN POKER, POI L’ITALIA La Spagna – uscita a pezzi psicologic­amente dal Mondiale brasiliano, ferita dalla rivalità Real-Barça – si è ricostruit­a e oggi è favorita con la Germania campione del mondo e che, da Neuer a Kroos, da Muller a Gundogan, ha una lista di campioni ineguaglia­bile. Un passo sotto, la Francia di Pogba (e Benzema?) e il Belgio di Hazard e De Bruyne. Dietro le fantastich­e quattro c’è l’Italia che a marzo, sfidando spagnoli e tedeschi in amichevole, scoprirà se stessa. Non ci sono i Paolorossi e i Brunoconti, forse neanche Pirlo, ma per tutti restiamo quelli difficili da superare.

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