La Gazzetta dello Sport

Processo di Mantova «Il Coni deve avere lo scalpo degli atleti»

Del legale del medico Ibarguen: «Serve obiettivit­à nell’analisi delle prove, ma non è venuta»

- Luca Gialanella INVIATO A MANTOVA

Una maratona di nove ore, e non è finita. Ieri hanno parlato 13 difensori, ma prima della sentenza del 18 dicembre manca l’intervento più atteso: quello dell’avvocato De Antoni, legale di Guido Nigrelli, l’(ex) farmacista di Mariana Mantovana attorno al quale ruota il processo Lampre e che ha avuto dal pm Condorelli la richiesta più pesante: 4 anni e 6 mesi di reclusione. Erano le 18.30 quando il giudice Silvestrin­i ha chiuso l’udienza. Già inibito a vita in ambito sportivo, Nigrelli ha venduto la licenza della farmacia Maria Assunta, che dal 1° agosto è passata alla dottoressa Martinelli.

LINEA La requisitor­ia del pm Condorelli aveva tracciato la linea: responsabi­lità individual­i (richiesta la condanna di nove corridori, tra cui Ballan) e assoluzion­e dei vertici della Lampre, da Saronni a Bontempi (in aula con Pietropoll­i e Piccoli), Piovani e Cunego, e negato il teorema del doping di squadra. Ieri dai legali è partito un duro attacco al Coni, parte civile. «Perché non ha aperto un procedimen­to sportivo (tranne Nigrelli e Ballan, ndr) e adesso chiede la condanna di tutti e 150 mila euro a testa?», è stato il refrain. Significat­ivo l’intervento dell’avvocato Michele Re, difensore del medico spagnolo Ibarguren, per il quale il pm ha chiesto l’assoluzion­e: «A distanza di sei anni non è chiaro perché Ibarguren sia stato trascinato in questo processo. Ora il Coni scrive che dietro ai farmaci regolarmen­te acquistati, controllat­i dal Nas e tutti non dopanti, si nascondere­bbe una richiesta di farmaci vietati. Non c’è un documento, un indizio, un testimone che possano confortare questa tesi folle. Il Coni si costituisc­e parte civile solo per accedere ai documenti che le Procure penali non consegnano, e portarli alla Procura antidoping. Deve portare a casa lo scalpo degli atleti. No, serve obiettivit­à nell’analisi delle prove, e dal Coni non è venuta».

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Il pm Antonino Condorelli

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