La Gazzetta dello Sport

Milano, l’Eurolega è un flop Alle Top 16 va il Cedevita

Croati ricuciono nell’ultimo quarto il vantaggio qualificaz­ione dell’EA7 che scivola in Eurocup. Repesa: «Non abbiamo perso qui la seconda fase»

- Andrea Tosi INVIATO A ZAGABRIA (CROAZIA) SABATO 12 DICEMBRE 2015

Adesso è finita davvero. Si chiude con una vittoria di Pirro, il primo colpo in trasferta in coppa, ultima beffa del calendario, l’Eurolega di Milano. Le tabelle non funzionano più, resta l’amaro in bocca per una partita a lungo condotta sopra i 10 punti di vantaggio, lo scarto che serviva a Milano per ribaltare la differenza canestri col Cedevita, e allungarsi la vita sperando nella qualificaz­ione alle Top 16 dove invece approda per la prima volta nella sua storia la giovane squadra di Mrsic e Pozzecco. Senza Gentile, l’EA7 gioca tre quarti con grande intensità, entra negli ultimi 2 minuti ancora avanti di 11 ( 70- 81, gol di Macvan), poi paga gli errori in serie di Simon insieme alla Legge di Murphy, quella del «se qualcosa deve andare storto, lo farà» che per Milano si traduce nell’ennesima maledizion­e dell’instant replay. Succede a -47” dalla fine quando l’arbitro capo Ryzhyk annulla per violazione di 24” il tiro del +9 di Jenkins. «Non cerco alibi, ma quel canestro era valido — arringa coach Repesa —. L’orologio dice che mancavano 3 decimi allo stop lamp. Abbiamo fatto progressi nel gioco ma nella ripresa, come ci era già successo ad Atene, siamo calati in difesa. Purtroppo non abbiamo sfruttato la nostra superiorit­à nel primo tempo che avremmo dovuto chiudere a +20. Peraltro non abbiamo perso qui il passaggio alla seconda fase, dovevamo fare meglio in altre partite».

BREAK Al 15’05” Jenkins infila da sotto il canestro che vale il primo vantaggio in doppia cifra (23-34) di Milano. I voli di McLean, autore del break nel primo quarto con 12 punti personali, scuotono la squadra di Repesa che prende fiducia e nel secondo parziale arriva a toccare il +16 (29-45) grazie ad una fiammata di Macvan, il redivivo che si combina con Hummel, tornato a giocare un basket da americano vero dopo gli orrori di Reggio Emilia. La reattività di Milano, che frutta 5 giochi 2+1 tutti convertiti, disorienta i giovani del Cedevita che buttano 10 palloni e non trovano un leader capace di ricucire lo svantaggio. Alla pausa Milano conduce di 14 quasi senza faticare, tutto facile? Anche nel secondo tempo Milano continua a tenere il vantaggio in quota Top 16 ma concede troppi canestri facili al Cedevita che si libera delle sue paure e comincia a giocare secondo la sua natura.

FIGLIO D’ARTE Così si esalta Marko Arapovic, figlio d’arte (il padre Franjo ha vinto l’argento olimpico con la nazionale croata a Barcellona 92 e poi ha giocato anche in Italia, a Trapani), già sotto pressante scouting Nba, che produce 14 punti nel terzo quarto. Nell’ultimo parziale gli dà il cambio il centro Bilan, già decisivo nel successo dei croati all’andata, che rapina canestri da sotto. Milano però tiene coi numeri di Hummel, un chirurgo da tre negli angoli, ma perde il controllo nel finale con Simon che si fa scippare da Pilepic e poi sbaglia due azioni offensive. Proprio Pilepic con due triple annulla le ultime speranze milanesi. Vincere così fa più male che bene perchè riporta a galla i rimpianti delle tante occasioni perdute nelle gare precedenti. Con o senza Gentile.

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GETTY Krunoslav Simon, 30 anni. Ha chiuso con 13 punti e 7 assist

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