ASSOCALCIATORI, SERVE FARE I DURI?

disertato dai Calciatori ha fatto mettere giù una polemica cartellina dal titolo «Decisioni Figc su richiesta Aic», sette punti che saranno pure di parte, ma riassumono bene lo sforzo federale che viene quantomeno tentato per tenere aperto un tavolo. Sia sul fronte economico (il «taglio» 2015 sui 4 milioni di euro per i Nazionali si è ridotto da due a un milione e nel budget di previsione 2016 l’Aic è la sola area a non essere colpita dalla spending review), che su quello politico (l’apertura al dialogo sul vincolo, gli incentivi al calcio femminile, e anche una vecchia proposta di vicepresidenza Figc avanzata a Tommasi che la rifiutò) si fa fatica a individuare un terreno di scontro tale da giustificare una linea «estrema» come quella scelta dall’Aic (o da parte di essa, visto che al suo interno non risulta tutti la pensino allo stesso modo).

Chi scrive è abbastanza vecchio per ricordare le celebri battaglie portate avanti, e per lo più vinte, dall’Aic dell’avvocato Sergio Campana. Erano tempi pre-Bosman, nei quali l’Associazione fece davvero, da sindacato quale era, cose enormi. Oggi che una legge dello Stato colloca gli atleti e chi li rappresenta all’interno delle istituzioni e dei governi dello sport, si avverte la necessità di un salto. Non di qualità, che quella c’era allora e c’è (forse) anche oggi. Ma comportamentale. Il disertare le riunioni di governo non sembra la risposta più efficace a questa esigenza.

P.s. È in arrivo la «settimana di Malagò»: lunedì lancio del logo di Roma 2024 con relativo evento, martedì cerimonia di consegna dei Collari d’Oro con la partecipazione del presidente del Consiglio Renzi, a seguire sette nuove targhe nella Walk of Fame e Santa Messa degli sportivi in Vaticano, mercoledì al Quirinale dove il presidente della Repubblica Mattarella riceve i medagliati 2015, giovedì Giunta e Consiglio Nazionale del Coni. Nell’attesa, ieri Malagò è andato a Morcone (provincia di Benevento) dove è stato insignito del Premio Padre Pio.