NEVILLE A VALENCIA, SCELTA RISCHIOSA
Gli allenatori inglesi hanno da tempo perso il loro vecchio prestigio. La nazionale non vince niente dal 1966, un’eternità che provoca ai tifosi, ancorati a un pleistocene emozionale, una nostalgia quasi nociva. In questo giovane secolo soltanto un allenatore inglese è riuscito a vincere un campionato in Europa: Steve McLaren, che ha condotto gli olandesi del Twente alla conquista del titolo nazionale nel 2009-10. La crisi è di tale portata che oggi sono pochissimi i tecnici inglesi in Premier League e nessuno di essi è alla guida di una grande squadra. Malgrado tale deprimente quadro, Peter Lim, impresario cinese e proprietario del Valencia, ha deciso di ingaggiare il britannico Gary Neville per dirigere una delle
squadre spagnole più importanti.
La decisione è inaudita perché Neville non ha allenato nessuna squadra né a livello professionistico né amatoriale. Si dice che alla base della scelta ci sia l’amicizia tra i due. Lim è infatti socio di Neville nel Salford City, club amatoriale di uno dei quartieri più importanti di Manchester. Del nuovo allenatore del Valencia si conosce il passato come laterale destro del Manchester United e dell’Inghilterra: era un difensore di carattere, tecnicamente mediocre, ma intelligente nel nascondere i difetti e nel mostrare le poche virtù. La sua fama è cresciuta come opinionista di Sky, dove si è distinto per i commenti contundenti e per il buon senso dell’umorismo.
Quest’uomo senza esperienza, appartenente alla discutibile scuola inglese, guiderà una squadra estremamente volatile e sempre soggetta allo spietato giudizio di una tifoseria che non è mai soddisfatta dei propri allenatori. Dal 2000 il Valencia ha vinto tutti i titoli possibili - due campionati, una Coppa Uefa, una Coppa di Spagna e una Supercoppa Europea -, per due volte è arrivato in finale di Champions, nel 2000 e nel 2001. Ciò nonostante, durante tale età dell’oro, tutti gli allenatori hanno ricevuto pesanti critiche, da Cúper e Benítez fino a Koeman, Quique Sánchez Flores ed Emery. È chiaro che la panchina del Mestalla è elettrica.
Neville arriva in Spagna dopo la pessima esperienza di David Moyes sulla panchina della Real Sociedad, dove guadagnava, vivendo come un viceré nella splendida San Sebastian, più di due milioni netti all’anno. Moyes si stabilì nell’hotel più lussuoso della città, non apprese una parola di spagnolo e visse al margine sia della società che dei tifosi. Ha fallito miseramente ed è stato licenziato senza che nessuno ne prendesse le difese. Neville ha già un modello da non imitare.