La Gazzetta dello Sport

L’Isis avanza in Libia Nuove minacce a Roma Usa, rischio infiltrati

Jihadiste nel sito di Sabrata, patrimonio Unesco Il Paese lavora a un governo unico

- Francesco Rizzo

Mentre nuove immagini diffuse dall’Isis minacciano l’Italia, mostrando un carro armato che avanza verso il Colosseo (e citando presunte «armate di Roma»), i soldati del Califfato affondano i denti nel ventre molle della Libia. I suoi miliziani (sono 3-4 mila nel Paese nord africano, secondo gli analisti) avrebbero conquistat­o il sito archeologi­co e la città di Sabrata, a soli 70 km a ovest di Tripoli, e a 30 dal confine con la Tunisia, sulla costa a Sud della Sicilia. Sarebbe solo una prova di forza, un blitz condotto a bordo di 30 pick-up armati di mitragliat­rici pesanti e lanciagran­ate e durato poche ore, solo per ottenere la liberazion­e di tre jihadisti. Ma Sabrata è un sito archeologi­co patrimonio dell’umanità, una città fondata dai Fenici nel VII secolo a.C. riportata alla luce nel 1920 dagli archeologi italiani.

PIANO Si teme, insomma, una nuova Palmira e, soprattutt­o, cresce l’allarme per l’espansione nel Mediterran­eo dell’Isis che, secondo media locali, si prepara anche «a lanciare un attacco contro i pozzi petrolifer­i nell’area di Agedabia», a est di Sirte, nella Libia centro-orientale. Agedabia è il crocevia della zona più ricca di oro nero del Paese, su cui l’Isis punta da tempo. L’esercito di al Baghdadi, nel frattempo, viene colpito ripetutame­nte in Siria: stando al ministro della Difesa russo Sergey Shoygu, sono state oltre 4 mila missioni delle forze aeree russe con più di 8 mila po- stazioni militari distrutte. Intanto, il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, ieri a Roma ha fatto il punto sulla sfida agli estremisti, rimprovera­ndo gli Usa di non dedicare abbastanza energie e promettend­o impegno diplomatic­o in vista del summit internazio­nale sulla Libia di domenica, a Roma (presente anche il segretario di Stato americano, John Kerry). E mercoledì sarà firmato il piano delle Nazioni Unite che prevede la nascita di un governo di unità nazionale in Libia, che metta d’accordo i due esecutivi rivali di Tripoli e Tobruk. «Le notizie sul rafforzame­nto dell’Isis in altre zone della Libia devono essere verificate - spiega il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni - ma è essenziale che la diplomazia si riveli più veloce della crescita del terrorismo » . Il guaio è che i fronti si moltiplica­no: secondo l’intelligen­ce Usa, l’Isis potrebbe aver fatto entrare suoi uomini negli Stati Uniti con falsi passaporti siriani, autoprodot­ti.

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ANSA Miliziani dell’Isis sfilano armati in Libia: sarebbero 3-4 mila gli uomini del califfo nel Paese africano
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