La Gazzetta dello Sport

Peccato, Albania fuori E l’Ucraina tenta De Biasi

Nazionale di Tirana non è stata ripescata. Il c.t. : «Eppure ci credevamo»

- Francesco Ceniti INVIATO A PARIGI

Il sogno albanese si è dissolto al tramonto: dopo una carambola di emozioni e risultati anche a favore, le gare di ieri hanno estromesso dall’Europeo la nazionale di Gianni De Biasi. Una beffa doppia: pesa come un macigno la rete presa all’ultimo secondo contro la Francia (segnata da Payet) e la partenza bloccata con la Svizzera, con i giocatori paralizzat­i dall’emozione. Fine dell’avventura, non della festa. Anzi, quella è solo all’inizio: oggi la squadra rientrerà a Tirana dove troverà la folla delle grandi occasioni. Poi la comitiva si sposterà al palazzo presidenzi­ale, perché i giocatori e i tecnici saranno premiati e ringraziat­i per come si sono battuti in Francia. L’aquila albanese è volata altissima, fino alla storica vittoria contro la Romania, dopo una qualificaz­ione altrettant­o storica (la prima in assoluto) e per certi versi insperata. Ecco, tutto questo vale un milione di euro da dividere e un passaporto diplomatic­o a testa. E il ringraziam­ento infinito di un popolo che grazie al calcio si è sentito all’al- tezza della grandi potenze.

RIMPIANTI Ecco, proprio questo è il rimpianto maggiore del c.t. Gianni De Biasi: «Ci abbiamo creduto, certo. Anche se dopo la vittoria della Turchia (martedì a Lens, ndr) eravamo quasi rassegnati. Poi Ungheria e Islanda ci hanno di nuovo illuso, sembrava quasi un segno del destino. Peccato, il rammarico maggiore è che proprio adesso eravamo nella condizione migliore, c’eravamo tolti la ruggine del debutto. Stavamo bene anche fisicament­e e avremmo di sicuro dato filo da torcere a qualunque avversario. Va bene lo stesso, se penso alle condizioni di 5 anni fa, quando siamo partiti, beh allora non posso non essere soddisfatt­o. Difficile pretendere di più». Negli ultimi due giorni De Biasi ha trascorso più tempo davanti alla tv che in campo. «Il nostro destino passava dagli altri… Ripeto, avevamo questa speranza. Resta una grande avventura, abbiamo dimostrato di poter stare alla grande dentro un Europeo. Non siamo una Cenerentol­a, ma quasi quasi andavamo agli ottavi. Ora mi voglio godere la festa in Albania, so bene cosa significhi per loro questo risultato, l’orgoglio ritrovato dopo anni di sconfitte. Sarà molto bello anche per noi ed è una lezione importante per lo sport: non bisogna per forza arrivare primi per avere lodi e compliment­i. Sarebbe bello se tutti vivessero il calcio in questo modo».

FUTURO A KIEV?

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EPA Gianni De Biasi, 60 anni

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