Viviano che papera Giampaolo che crisi Il Cagliari ringrazia
Apre Joao Pedro, Fernandes fa l’1-1, poi il portiere regala il gol a Melchiorri all’88’. Samp al 4° k.o. di fila
La Sampdoria si è persa negli spogliatoi dell’Olimpico in un piovoso pomeriggio dell’11 settembre: contro la Roma, aveva chiuso in vantaggio un sontuoso primo tempo, il lungo intervallo dovuto all’acquazzone però per la squadra di Giampaolo non è mai finito. Da allora, quattro sconfitte consecutive, l’ultima delle quali matura nel modo più beffardo e appena dopo aver ritrovato il gol dopo oltre trecento minuti di astinenza. Il black out stavolta colpisce Viviano quando il lungo sforzo della Sampdoria per rimediare alla rete di Joao Pedro era stato coronato dalla perfetta azione dell’1-1 firmato da Bruno Fernandes: il portiere rovina tutto porgendo a Federico Melchiorri il primo gol in Serie A della sua travagliatissima carriera. Eroe della promozione e per questo amatissimo dal pubblico del Sant’Elia, il 9 del Cagliari finora aveva giocato appena un minuto in Serie A, nel lontanissimo 2006 con la maglia del Siena a Empoli: poi tanta Lega Pro, una malattia che lo ha allontanato dal calcio, la ripartenza dall’Eccellenza e la risalita, accompagnata sempre da una montagna di gol. Il Cagliari così infila il secondo successo stagionale, e secondo di fila in casa: Rastelli, espulso in occasione del pareggio doriano per un presunto fallo non fischiato a Barella, può godersi la sosta con un po’ più di tranquillità.
TREQUARTISTI Il confronto del Sant’Elia propone due tra le poche squadre della Serie A che impiegano il trequartista e lo stesso sistema di gioco. Ma il calcio non è solo numeri, a vol- te: l’interpretazione infatti è diversa. Il Cagliari tende ad allargare i due interni e a farsi aiutare in fase di costruzione da Joao Pedro e da Sau, mentre la Sampdoria interpreta il calcio ragionato di Giampaolo, con il rombo di centrocampo che si stringe per cercare il fraseggio stretto. La scelta doriana sembra pagare i dividendi, in termini di controllo della partita, quasi 60 per cento di possesso palla, di conclusioni (Cigarini dalla distanza è intercettato da Storari, Skriniar di testa mette a lato da angolo) e di inerzia psicologica, visto che Storari – capitano declassato – esce per infortunio. Ma il calcio non è nemmeno solo tattica, e proprio quando la Samp sembra essere padrona è il Cagliari a passare: perché Padoin ci mette la determinazione che manca ai « tocchettatori » di Giampaolo quando va a strappare il pallone a Pereira e perché Joao Pedro ha capacità di penetrazione e di inserimento che mancano al trequartista avversario.
SACRIFICIO Il colpo psicologico è forte, per la pattuglia doriana, comprensibilmente depressa. I riferimenti in fase di costruzione diventano più labili, Alvarez non produce idee e le due mezzali – Praet e Linet- ty – faticano a interpretare il ruolo anche in fase di contenimento. Così la Sampdoria crea niente mentre il Cagliari può ritrarsi, con Tachtsidis e compagni che invece non disdegnano il sacrificio, e allargare in contropiede le evidenti crepe della difesa di Giampaolo, che tiene bene da reparto quando può giocare sul fuorigioco ma va in difficoltà nel confronto individuale. Anche se occasioni vere e proprie la squadra di Rastelli non riesce a crearne.
BIELSISMO Giampaolo non ci sta, annusa la stanchezza del Cagliari e, dopo aver cambiato Muriel a inizio ripresa per aggiungere i centimetri di Schick (ma diminuendo il tasso di qualità), si gioca il finale di partita alla Bielsa: l’ingresso del centravantone Budimir per il terzino Pereira significa 3-31-3, ravvivato poi anche da Fernandes. Non improvvisato, evidentemente, perché proprio il portoghese viene liberato dal perfetto sviluppo da sinistra a destra del nuovo sistema doriano, fino al destro a incrociare che sancisce il pareggio. Giusto, viene da pensare, e invece ecco la follia di Viviano. Il Cagliari e Melchiorri sentitamente ringraziano.