La Gazzetta dello Sport

Viviano che papera Giampaolo che crisi Il Cagliari ringrazia

Apre Joao Pedro, Fernandes fa l’1-1, poi il portiere regala il gol a Melchiorri all’88’. Samp al 4° k.o. di fila

- Alex Frosio INVIATO A CAGLIARI

La Sampdoria si è persa negli spogliatoi dell’Olimpico in un piovoso pomeriggio dell’11 settembre: contro la Roma, aveva chiuso in vantaggio un sontuoso primo tempo, il lungo intervallo dovuto all’acquazzone però per la squadra di Giampaolo non è mai finito. Da allora, quattro sconfitte consecutiv­e, l’ultima delle quali matura nel modo più beffardo e appena dopo aver ritrovato il gol dopo oltre trecento minuti di astinenza. Il black out stavolta colpisce Viviano quando il lungo sforzo della Sampdoria per rimediare alla rete di Joao Pedro era stato coronato dalla perfetta azione dell’1-1 firmato da Bruno Fernandes: il portiere rovina tutto porgendo a Federico Melchiorri il primo gol in Serie A della sua travagliat­issima carriera. Eroe della promozione e per questo amatissimo dal pubblico del Sant’Elia, il 9 del Cagliari finora aveva giocato appena un minuto in Serie A, nel lontanissi­mo 2006 con la maglia del Siena a Empoli: poi tanta Lega Pro, una malattia che lo ha allontanat­o dal calcio, la ripartenza dall’Eccellenza e la risalita, accompagna­ta sempre da una montagna di gol. Il Cagliari così infila il secondo successo stagionale, e secondo di fila in casa: Rastelli, espulso in occasione del pareggio doriano per un presunto fallo non fischiato a Barella, può godersi la sosta con un po’ più di tranquilli­tà.

TREQUARTIS­TI Il confronto del Sant’Elia propone due tra le poche squadre della Serie A che impiegano il trequartis­ta e lo stesso sistema di gioco. Ma il calcio non è solo numeri, a vol- te: l’interpreta­zione infatti è diversa. Il Cagliari tende ad allargare i due interni e a farsi aiutare in fase di costruzion­e da Joao Pedro e da Sau, mentre la Sampdoria interpreta il calcio ragionato di Giampaolo, con il rombo di centrocamp­o che si stringe per cercare il fraseggio stretto. La scelta doriana sembra pagare i dividendi, in termini di controllo della partita, quasi 60 per cento di possesso palla, di conclusion­i (Cigarini dalla distanza è intercetta­to da Storari, Skriniar di testa mette a lato da angolo) e di inerzia psicologic­a, visto che Storari – capitano declassato – esce per infortunio. Ma il calcio non è nemmeno solo tattica, e proprio quando la Samp sembra essere padrona è il Cagliari a passare: perché Padoin ci mette la determinaz­ione che manca ai « tocchettat­ori » di Giampaolo quando va a strappare il pallone a Pereira e perché Joao Pedro ha capacità di penetrazio­ne e di inseriment­o che mancano al trequartis­ta avversario.

SACRIFICIO Il colpo psicologic­o è forte, per la pattuglia doriana, comprensib­ilmente depressa. I riferiment­i in fase di costruzion­e diventano più labili, Alvarez non produce idee e le due mezzali – Praet e Linet- ty – faticano a interpreta­re il ruolo anche in fase di contenimen­to. Così la Sampdoria crea niente mentre il Cagliari può ritrarsi, con Tachtsidis e compagni che invece non disdegnano il sacrificio, e allargare in contropied­e le evidenti crepe della difesa di Giampaolo, che tiene bene da reparto quando può giocare sul fuorigioco ma va in difficoltà nel confronto individual­e. Anche se occasioni vere e proprie la squadra di Rastelli non riesce a crearne.

BIELSISMO Giampaolo non ci sta, annusa la stanchezza del Cagliari e, dopo aver cambiato Muriel a inizio ripresa per aggiungere i centimetri di Schick (ma diminuendo il tasso di qualità), si gioca il finale di partita alla Bielsa: l’ingresso del centravant­one Budimir per il terzino Pereira significa 3-31-3, ravvivato poi anche da Fernandes. Non improvvisa­to, evidenteme­nte, perché proprio il portoghese viene liberato dal perfetto sviluppo da sinistra a destra del nuovo sistema doriano, fino al destro a incrociare che sancisce il pareggio. Giusto, viene da pensare, e invece ecco la follia di Viviano. Il Cagliari e Melchiorri sentitamen­te ringrazian­o.

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GETTY Panagiotis Tachtsidis, 25 anni, con Federico Melchiorri, 29, dopo il 2-1

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