La Gazzetta dello Sport

Gasperini: «Tifosi, scusateci per le coronarie»

Vittoria in extremis, come contro la Roma: «Siamo fatti così... Ma voglio più cattiveria: 27 tiri e solo due gol»

- Davide Longo INVIATO A BERGAMO

Aveva chiesto ai suoi ragazzi una vittoria per regalare un sapore ancora più dolce alla pausa invernale e anche cancellare quel sospetto di ridimensio­namento della sua Atalanta che poteva affiorare dopo le sconfitte con Juventus e Udinese e il pareggio con il Milan. E la vittoria è arrivata, in rimonta e in extremis come quella contro la Roma. «Mettiamo a dura prova le coronarie dei nostri tifosi – sorride Gasperini a fine partita – ma noi siamo fatti così. La gente ci ha spinto anche quando eravamo sotto di un gol, il successo è arrivato grazie anche al pubblico». La prestazion­e della squadra l’ha soddisfatt­o, tranne in un aspetto: «Abbiamo tirato verso la porta 27 volte: non è possibile segnare così poco con tutta questa produzione. Dobbiamo migliorare: quando domini così devi segnare. Ci è mancato qualcosa negli ultimi 16 metri, qualcosa nella chiusura dell’azione, una deviazione, un tiro, una conclusion­e sporca. Abbiamo poca cattiveria e poca determinaz­ione, non vale solo per gli attaccanti, ma per tutti: chiunque arriva lì deve sentire l’importanza di chiudere».

MERCATO La domanda su dove può arrivare l’Atalanta si fa pressante, anche perché la piazza sente profumo d’Europa: «Oggi non mi sento ancora di dire che lotteremo per l’Europa – frena Gasperini - ma posso dire che ci credo di più rispetto a qualche giornata fa: dopo 18 partite la classifica è onesta, non può più essere frutto della casualità. Se mi guardo indietro e ripenso alle 18 partite non ho rimpianti. Certo, quella contro l’Udinese non meritavamo di perderla, ma nell’arco di un campionato ci sta che qualcosa vada male». E per inseguire il sogno europeo, Gasp chiede di intervenir­e anche sul mercato. «Non vengo certo a dire che cosa ho in mente, ma ho le idee chiare su come questa squadra può essere migliorata. In alcuni aspetti attraverso i giocatori che già abbiamo, in altri intervenen­do sul mercato. La società lo sa e vedremo che cosa si può fare».

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LAPRESSE Franck Kessie, 20 anni

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