MA GIOVINAZZI HA BISOGNO DI CORRERE
Non ho dubbi sulle potenzialità che potrà esprimere Antonio Giovinazzi in Formula 1. Lui è un mio vicino di casa, nonché un amico. Penso che la Ferrari abbia fatto la scelta giusta puntando su di lui. E, per avvalorare la mia tesi, parto da un dato di fatto. Se non sbaglio, negli ultimi tre o quattro anni, abbiamo assistito a una vera e propria «irruzione» di un gruppo di validissimi giovani in Formula 1. Domando: forse qualcuno di loro ha fatto brutta figura gareggiando davanti ai senatori? Non mi pare proprio… Al contrario, si sono subito ambientati e hanno fatto vedere il loro grande valore.
C’è poi un altro aspetto da considerare. Piloti come Giovinazzi e quelli della sua generazione, va detto, arrivano molto preparati al grande salto in F.1. E il motivo è presto detto: competizioni come le GP2 e le World Series sono molto vicine alla classe più importante delle corse. Ad esempio, si tratta di vetture che utilizzano il Drs, fanno i pit-stop in gara e di fatto l’unica differenza rispetto alla F.1 riguarda la potenza, perché sono mediamente quattro secondi più lente delle auto di Formula 1. Ma la differenza di potenza, per un pilota, è una cosa alla quale ci si adatta in fretta.
Antonio proviene dai kart, ha fatto vedere cose bellissime negli anni passati: ha gareggiato in Asia in F.3, nell’Europeo di F.3, e quest’anno al debutto in GP2 ha ottenuto cinque vittorie. Che, in realtà, avrebbero dovuto essere sei, senza quello che è successo in Austria, con una bandiera rossa a pochi giri dalla fine dopo una gara da protagonista, e la macchina di Antonio che alla ripartenza non si è riaccesa. Forse con quel sesto successo, che valeva venticinque punti, avrebbe anche vinto il titolo. Chissà... anche se è vero come la buona e la cattiva sorte nelle corse vanno e vengono. Antonio è molto competitivo, sono certo che confermerà quello che aveva fatto vedere, non ho alcun dubbio sulle sue potenzialità in Formula 1.
Certo, l’ideale sarebbe quello di non vedere Antonio Giovinazzi per una stagione intera con poche occasioni di scendere in pista. Il pilota ha bisogno di correre, sempre. Deve sentire il contatto con gli avversari e avvertire la tensione dei pit-stop, vivendo il clima delle battaglie ravvicinate in pista con i rivali. Sarebbe molto importante che lui potesse fare una stagione in una squadra minore, se poi per il futuro del ragazzo si pensa un giorno di affidargli davvero una vettura impegnativa, non limitandosi dunque alle FP1 del venerdì e ai test al simulatore.