La Gazzetta dello Sport

«IN PISTA ERO SOLO ORA C’È UN GRUPPO» È L’IDOLO DEI BAMBINI

VIVIANI NO LIMITS: «PER STRADA MI FERMANO E DICONO “VOGLIO DIVENTARE COME TE”. IL MIO SETTORE STAVA PER MORIRE: IL 2016 LA SVOLTA»

- di MATTIA BAZZONI

Cadere, rialzarsi, vincere: Elia Viviani è diventato un simbolo per gli italiani. La sua medaglia d’oro nel velodromo di Rio rimane uno dei momenti più emozionant­i dello sport azzurro: «Sono entrato in una nuova dimensione — spiega il veronese, ieri a Torino per ricevere da John Elkann il premio della fondazione Agnelli ai migliori atleti di Rio 2016 —. Incontro bambini per strada che mi dicono: “Voglio diventare come te”, ed è incredibil­e».

MEDAGLIE L’oro olimpico su pista (tra gli uomini) mancava da Atlanta 1996 (Silvio Martinello, corsa a punti). Ma il successo di Elia non è solo un fatto statistico: le sue braccia al cielo hanno riportato in alto un intero movimento. «La mia medaglia ha aiutato un settore che stava per morire. Questo è stato l’anno della svolta: tanti ragazzi hanno capito che si può essere campioni sia su strada che su pista. Ora tocca a Federazion­e e Coni capire che questa disciplina porta medaglie: l’Italia per la pista c’è e può vincere, non deve limitarsi a partecipar­e. Servono progetti per Tokyo 2020 e per il 2024: un’attività di promozione per scoprire nuovi ta- lenti. Perché non aumentare le ore di scuola dedicate allo sport? Si potrebbero portare i bambini 2 o 3 volte all’anno in pista, oppure a una Sei Giorni o agli Europei di Montichiar­i al posto della gita scolastica. Va bene vedere il mio video di Rio, ma perché non provare a girare in un velodromo?».

CHIOCCIA Un’Olimpiade, tre medaglie mondiali, sei titoli europei: per anni Elia ha rappresent­ato la punta di diamante della Nazionale. Raggiunto l’apice, dal 2017 rinuncerà a Coppa del Mondo e Mondiali per concentrar­si su strada. Non prima, però, di aver « contagiato » tanti giovani con la sua passione. «Se guardo agli ultimi otto anni, vedo un percorso con un senso compiuto: ho iniziato, mi sono ritrovato da solo a credere nella pista, poi mi hanno affiancato un gruppo che mi vedeva come un esempio da seguire. Ganna, Consonni, Lamon, Bertazzo... loro rappresent­ano il nostro futuro. All’Olimpiade hanno fatto 3’55’’ senza di me, significa che hanno imparato a camminare da soli. Io posso fare un passo indietro». I nuovi obiettivi si chiamano Milano-Sanremo e Giro d’Italia, dove Elia punta alla maglia rossa: «L’oro mi ha fatto capire che posso sognare in grande». Come in grande può sognare tutta l’Italia.

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Elia Viviani, 27 anni

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