La Gazzetta dello Sport

Hirscher «Ambizioso, onesto e competitiv­o Ho vinto 5 Coppe: io odio perdere»

Ha 27 anni ed è già uno dei più forti di sempre: «Ho due idoli, Herminator e Vale Rossi, il miglior talento della storia»

- Marisa Poli INVIATA A LA VILLA (BOLZANO)

Il padrone della Coppa punta su Madonna di Campiglio per lo slalom in notturna. Marcel Hirscher l’anno scorso finì secondo, dietro a Kristoffer­sen. Riconosce: «Lui è il migliore in questo momento». E rilancia: «Io ci sto lavorando. Campiglio è una pista che ti mette alla prova, ci ho vinto, ma ho anche preso batoste».

Cinque coppe del Mondo di fila eppure la motivazion­e è sempre lì. Sempre stato così competitiv­o?

«Sì, e non solo in pista. Con i miei amici mi sfido su tutto: amo scalare una montagna più velocement­e degli altri, oppure correre nei boschi e arrivare primo, o fare il salto più lungo con la moto da cross».

Si è dato un termine?

«Voglio partecipar­e ai Giochi di Pyeongchan­g 2018. Poi potrei smettere».

Marcel Hirscher in tre aggettivi?

«Ambizioso, competitiv­o, onesto».

Dieci anni di carriera, cinque davanti a tutti in Coppa. Grazie alla testa o al fisico?

«Una non funziona senza l’altro. E viceversa».

Come si allena in estate? Più sci o più preparazio­ne fisica?

«Negli ultimi anni ho ridotto di molto l’allenament­o sulla neve. Cerco di tenere una pre- parazione molto variata, anche se tutte quelle ore in palestra non sono sempre divertenti».

Cos’è la pressione in Austria per uno sciatore?

«L’Austria è un Paese pazzo per lo sci. Hai gli occhi di tutti puntati addosso, in pista e fuori. Però il tifo è da fuori di testa».

Che cosa le piace di più e cosa meno dell’essere sciatore?

«Qualche volta mi pesano le sveglia all’alba, ma dimentico tutto appena sento la neve sotto gli sci. Per me sciare è sempre un divertimen­to».

Quando ha cominciato a sciare e quando ha capito che sarebbe diventata la sua profession­e?

«Avevo due o tre anni quando i miei genitori mi hanno messo sugli sci la prima volta. Quando gli allenament­i sono diventati tosti e i tifosi sono aumen- tati, ho capito che era diventata una cosa seria».

Chi era il suo idolo da bambino?

«Ho sempre guardato più gare che potevo in tv, ho sempre fatto il tifo per Herminator (Hermann Maier, ndr) ».

Pista preferita?

«Tante, non fatemi scegliere. Posso solo dire che per me gareggiare in Austria ha sempre un significat­o particolar­e».

Il motocross è sempre stata una passione per lei, è vero che aiuta anche nello sci?

«Sì, vado pazzo per il motocross, come tutta la mia famiglia, a esclusione di mia mamma. Fa parte della mia preparazio­ne, in estate, perché sono sempre stato convinto che aiuti molto nello sci».

Segue o pratica anche altri sport?

«Sì, kayak, arrampicat­a. Tutti gli sport di motori. Purtroppo non ho tempo per seguirli con continuità».

E fuori dallo sport?

«Mi piace passare il tempo in mezzo alla natura o usare le mani per fare qualche lavoret-

to. Adesso sono preso nel cantiere per costruire casa mia».

Ha papà Ferdinand sempre accanto. Come funziona?

«Siamo molto vicini e molto a lungo, per questo non sempre in perfetta armonia. Ma siamo onesti l’uno con l’altro e nei momenti di tensione ci diciamo in faccia quello che non va. Mi fido molto di lui, apprezzo la sua saggezza, vista l’età».

Su Instagram ha postato una foto nelle vesti di tifoso di Valentino Rossi. Amici nel circuito?

«È il talento del secolo! Voglio dire, quanto può essere costante il rendimento di un atleta? Nessuno come lui. Quando cominciava a vincere ero un bambino ed è ancora lì».

«Prima di tutto siamo colleghi, poi avversari. Però l’atmosfera è ottima con la maggior parte dei ragazzi. Mi piace allenar- mi con i compagni di squadre, altre volte con altri. Ma il mio lavoro non è fare amicizia, ma vincere gare. Però vado molto d’accordo con Neureuther, Kristoffer­sen e Pinturault (gli ultimi due con lui nel gruppo Matador della Reusch, ndr) ».

Lei è la personific­azione del successo del team personale, ha sempre seguito la sua strada.

«E’ solo grazie al mio team se sono qui e sono sempre grato a tutti loro per questo».

L’anno scorso è intervenut­o a favore degli immigrati, in generale non ha paura di dire quello che pensa anche su argomenti scottanti.

«Non sono il tipo di persona che vuol dire la sua su tutto, ci sono in giro tanti di quegli esperti. Ma credo che a volte sia necessario lottare e dire ad alta voce quello che si pensa».

Sente la pressione?

«Quello che è fatto è fatto, quello che verrà sarà bellissimo ma non penso di dover dimostrare a qualcuno che so sciare. Negli ultimi 5 anni ho fatto un bel lavoro e la cosa più bella è che sono soddisfatt­o della mia carriera, del mio modo di sciare».

Aspettativ­e per la stagione?

«Vorrei solo vincere ancora tante gare».

Sesta coppa del Mondo o oro mondiale?

«Coppa del Mondo. I Mondiali sono una cosa grande, ma vincere la Coppa vuol dire che sei stato il più forte da ottobre a marzo. Per me vale di più essere al vertice tutta la stagione che un giorno solo».

SFIDO I MIEI AMICI SU TUTTO: SCALARE UN MONTE O CORRERE NEL BOSCO MIO PADRE È IL MIO TECNICO: NON SIAMO SEMPRE IN ARMONIA, MA DI LUI MI FIDO

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REUTERS 2 VITTORIE IN STAGIONE Marcel Hirscher, 27 anni, ha vinto lo slalom di Levi e il gigante in Alta Badia
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