Senza difesa nè anima È la settima sconfitta di fila
1Il Barcellona domina, l’EA7 mai in partita. Repesa con un filo di voce: «Qualcosa deve cambiare per forza»
Altro giro, altro regalo. Sembra di essere al Waverly Theater di New York, dove per anni tutti i venerdì e sabato sera a mezzanotte si poteva assistere al Rocky Horror Picture Show. L’Olimpia di quest’anno somiglia tanto a un film dell’orrore, con repliche (a volte bi) settimanali dello stesso spettacolo, indecente. Stavolta è andato in scena al Palau Blaugrana, per il 7° k. o. consecutivo. Inutile stare a ripetere sempre le stesse cose, perché di quelle si tratta. Niente difesa, contropiede tre contro uno (se non zero) degli avversari, attacchi confusionari, -11 a rimbalzo, un centro, Raduljica, che non ha motivo di restare in campo, imbarazzante per pochezza, stavolta anche in attacco (0/7 prima del «gol» al’ultimo minuto). Insomma, anche contro il non certo trascendentale Barcellona di questi tempi, ci è voluto poco per capire che sarebbe stata l’ennesima serata di coppa alla milanese. Un quarto per la precisione, chiuso sul 32-19 per i catalani.
MEDIE Che d’altronde si erano presentati col peggior attacco ( 70.1 punti di media), a cui per contro Milano contrapponeva la peggior difesa ( 88.7) del torneo. Per aggiungere miseria a miseria, i catalani avevano perso le ultime 3 gare, l’EA7 ( priva di Simon, bloccato dal mal di schiena) 6 di fila (e 10 delle ultime 17 compreso il k.o. di Venezia dopo aver iniziato la stagione 8-0).Insomma, entrambe erano alla disperata ricerca di punti, sporchi, maledetti e subito. Ma una squadra, quella di coach Bartzokas, ha aggredito la sfida con quella mentalità, con la fame di chi non mangia da un pezzo (ultimo successo col Pana il 2 dicembre), l’altra ha recitato a memoria il copione visto nelle ultime partite. Repesa, sempre più traballante e indifendibile, ha provato a mescolare un po’ le carte, schierando nel 2° quarto un quintetto con tre play (Cincia, Kalnietis e Hickman), dopo che la scelta di mettere Sanders su Koponen gli era esplosa in faccia con 4 triple del finlandese ex Virtus. Ma risalire da quei primi 10’ inguardabili era impresa che questa Olimpia non ha nelle mani e nell’anima. Il 20/32 su azione (12/18 da 2 con Tomic a spadroneggiare sotto canestro) del Barça alla pausa la diceva lunga sulla difesa (?) tricolore.
FOTO Le prime due azioni della ripresa fotogravano l’attuale Olimpia: lay up di Doellman in un’area desolatamente deserta e tripla di Rice senza un difensore nel raggio di tre metri. Il -20 sul 59-39 con l’ennesimo timeout di Repesa metteva persino tristezza. Perché mancano 16 partite alla fine di quello che è diventato un calvario e Milano non può permettersi di giocarle tutte a questo modo. Il tecnico parla con un filo di voce, dice le cose che gli tocca dire in questo momento, ma nemmeno lui pare convinto, anche perché il refrain è sempre lo stesso: «Avvio pessimo in difesa e a rimbalzo, ce ne hanno presi 3-4 in attacco nei primi minuti. Qualcosa deve cambiare per forza, ognuno di questi giocatori può fare meglio. Servono fiducia, condizione, più cattiveria». Manca poco alla mezzanotte. Ma non siamo al Waverly, qui il sipario è già calato. Speriamo non definitivamente.